DI PIERO LA PORTA
pierolaporta.it
La minaccia di bombardare la Siria anche senza mandato delle NU ha
almeno due scopi: 1) saggiare la capacità/volontà di reazione di Russia e
Cina; 2) presentarsi alla conferenza di pace sulla Siria col colpo in
canna.
La messa in scena degli attacchi col gas è successiva e strumentale a un piano più ampio preparato sin da luglio ( leggi qui) rivelato da Foreign Policy ( leggi qui).
Siamo alle manovre preliminari alla
battaglia, quando il condottiero cerca di conquistare una posizione più
favorevole sul campo, dalla quale sparare più agevolmente sul nemico
allo scoperto e, in questo caso, arrivare da una posizione di forza alla
conferenza di pace – se si farà – per la Siria.
Dopo
aver cercato inutilmente una risoluzione favorevole nelle NU, vista
l’opposizione russa e cinese, dicono che si possa fare a meno della
benedizione onusiana e, per questo scopo si sarebbero accontentati anche
solo del cuore della pubblica opinione,
come avvenne per bombardare Belgrado, infettando le coscienze degli
europei con una massa di false notizie.
Questa volta tuttavia e ben prima di
quanto si attendevano – a parte il gregge di imbecilli nel giornalismo
italiano – il dubbio s’è fatto strada. Così nel web vengono a galla
vecchie complicità della CIA con Saddam nel gasare le truppe iraniane ( leggi qui)
e persino uno come Colin Powell (quello delle patetiche fialette piene
di nulla, mostrate balbettando al Consiglio di Sicurezza per
giustificare l’attacco all’Iraq) persino Powell prende le distanze ( leggi qui)
dal condottiero, Hussein Barak Obama, premio Nobel per la pace su
cauzione, che ha fatto più morti lui in cinque anni che Augusto Pinochet
in venticinque. E non gli bastano.
I quattro cavalieri – Obama, Cameron,
Hollande e la Merkel – sognano un ordine mondiale i cui effetti sinora
sono: disordine economico, disordine sociale, disordine politico e
guerra alle viste. Nessuno di questi effetti è loro sgradito né
inatteso: come tutti i grandi criminali politici della storia sono
convinti di poter cavalcare l’Apocalisse e uscirne trionfanti.
Dei quattro la più furba è la culona ex
funzionario della Germania comunista, la cui solida formazione politica
è ben evidente, nella sua capacità di evitare ogni coinvolgimento di
immagine e purtuttavia tenere dietro ai tre cavalieri che le fanno da
battistrada.
La Germania, in cambio d’un prezzolato
ruolo proconsolare in Europa, svende gli interessi della UE alla
costellazione anglosassone, riconoscendo agli Usa quello che un tempo fu
la prerogativa del papato: l’unzione dell’Imperatore. La Francia è
scherano della Germania.
Obama e Cameron perseguono lo scopo
strategico di assicurare l’incontrastato potere del sistema
dollaro/sterlina e la sua esclusiva centralità nel mercato dell’energia.
La tensione nel nord Africa, nel vicino Oriente, in particolare in
Siria, è dunque funzionale al quadruplice scopo di: 1) rendere più
difficoltosi i commerci euromediterranei con la Cina; 2) tenere
artificiosamente alto il prezzo del petrolio, tendenzialmente verso i
200 dollari al barile, per rendere concorrenziali le scisti
canadesi-statunitensi e i giacimenti del mare del Nord; 3) imporsi come
protettori delle pipeline verso l’Europa; 4) mettere le mani sui
giacimenti nel Mediterraneo orientale.
Ciò che non hanno calcolato i quattro
delinquenti – o piuttosto hanno calcolato benissimo – è che i loro piani
hanno come esito finale una terza guerra mondiale che farà impallidire
le precedenti due messe insieme.
In realtà, questa strategia di
tensione, continuata e crescente, logora prima di tutto proprio gli
Stati Uniti. La politica estera di Obama ha bruciato ogni credibilità e
ogni credito morale accumulato in precedenza dagli Usa. Nello stesso
tempo il premio Nobel per la pace non è in grado di mantenere le
promesse elettorali di coesione sociale interna, da quando il consueto
dilemma “burro o cannoni” si è risolto a vantaggio di Goldman Sachs e
del sistema militare industriale, potente, incontrastato, trasudante
hitech, tuttavia incapace d’una visione politica che vada oltre la
spallata, la cannonata o il colpo di lupara dal drone che vola a 16mila
metri.
Non di meno chi si augura un crollo
degli Stati Uniti non trova le mie simpatie, sebbene io sia convinto che
questo crollo, avanti di questo passo, è più prossimo di quanto si
possa immaginare, così come accadde per l’Unione sovietica.
L’impero sovietico finì con qualche
guerricciola locale. La fine dell’impero statunitense sarebbe una
sciagura incalcolabile; scatenerebbe quantità di appetiti da farci
rimpiangere largamente quello che stiamo vivendo ora. Fameliche
ambizioni si manifesterebbero in Asia e in Africa, come in Europa
orientale e centrale, nel Mediterraneo come nel Golfo persico, in
America latina come ai Poli: un caos globale.
Tutto perché quattro imbecilli sono
giunti al potere, osannati da un mondo che aspira a essere corrotto con
loro e almeno quanto loro.
Piero La Porta
Fonte: www.pierolaporta.it
Link: http://www.pierolaporta.it/lapocalisse-4-farabutti/
27.08.2013
tratto da: comedonchisciotte.org
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