« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »

GUSTAVO ADOLFO ROL



venerdì 28 ottobre 2011

Truppe Usa in Uganda. Evidentemente si tratta di una delle tante missioni umanitarie di pace

Truppe internazionali“Il 14 ottobre 2011 il Presidente Barack Obama ha annunciato l'invio in UGANDA di truppe delle forze speciali USA perché là si uniscano alla guerra civile. Nei prossimi mesi, le truppe USA di combattimento saranno mandate nel Sudan Meridionale, nel Congo e nella Repubblica Centrale Africana. Saranno "impiegate" solo per "autodifesa", dice Obama ironicamente.
Dopo essersi assicurato la Libia, una invasione americana del continente africano è in corso...
La stampa definisce la decisione di Obama come "altamente insolita" e "sorprendente", persino "bizzarra". Nulla di tutto ciò. È la logica della politica estera americana dal 1945. Si pensi al Vietnam. La priorità fu di fermare l'influenza della Cina, come rivale per l'impero, e "proteggere" l'Indonesia, che il Presidente Nixon definì "la scorta della regione, più ricca di risorse naturali... il premio più grande".
Il Vietnam semplicemente era tra i piedi; e il massacro di più di 3 milioni di vietnamiti e la devastazione e avvelenamento della loro terra fu il prezzo americano per raggiungere il suo obiettivo. Come tutte le invasioni americane che sono seguite, una traccia di sangue che va dall'America Latina all'Afghanistan e Iraq, la giustificazione è stata abitualmente "autodifesa" o "umanitarismo", parole da tempo svuotate del loro significato.



In Africa, dice Obama, la "missione umanitaria" è assistere il governo dell'Uganda nello sconfiggere l'Esercito della Resistenza (Lord’s Resistance Army LRA), che "ha ucciso", violentato e rapito decine di migliaia di uomini, donne e bambini nell'Africa Centrale".
Questa è una descrizione accurata dell'LRA, che evoca le molteplici atrocità amministrate dagli USA, come il bagno di sangue negli anni '60 a seguito dell'omicidio, organizzato dalla CIA, di Patrice Lumumba, il leader congolese per la indipendenza ed il primo Primo Ministro legalmente eletto. Il colpo di stato della CIA insediò Mobutu Sese Seko, considerato il tiranno più venale dell'Africa.
C'è un'altra giustificazione di Obama che invita alla satira: la "sicurezza nazionale degli Stati Uniti". La LRA ha fatto cose orribili per 24 anni, attirando il minimo interesse degli USA. Oggi ha meno di 400 caccia e non è mai stata più debole di ora.
Tuttavia, la "sicurezza nazionale" americana di solito significa comprare un regime corrotto che ha qualcosa che Washington vuole. Il Presidente ugandese, "president-for-life", Yoweri Museveni già riceve la più parte dei 45 milioni di dollari dell'aiuto militare USA: inclusi i droni favoriti di Obama. Questa è la tangente per combattere una guerra per procura contro l'ultimo fantasma dell'America: il nemico islamico, il gruppo plebaglia al Shabaab che ha base in Somalia. La RTA giocherà un ruolo di relazioni pubbliche, distraendo i giornalisti occidentali con le sue perenni storie di orrore.
Tuttavia, la ragione principale della invasione USA dell'Africa non è diversa da quella che attizzò la guerra in Vietnam. È la Cina. In un mondo di paranoia istituzionalizzata, che giustifica ciò che intende il Generale David Petraeus, l'ex comandante ed ora direttore della CIA, è uno stato perpetuo di guerra. La Cina sta sostituendo al-Qaeda come minaccia "ufficiale" per l'America.
Quando l'anno scorso intervistai Bryan Whitman, un segretario assistente alla difesa del Pentagono, gli chiesi di descrivermi il pericolo attuale per l'America. Visibilmente combattuto, ripete: "minacce asimmetriche...minacce asimmetriche". Queste giustificano i conglomerati di armi sponsorizzati dallo stato, denaro riciclato e il più grande budget militare e di guerra della storia. Con Osama bin Laden aerografato, la cappa passa alla Cina.
L'Africa è la storia di successo della Cina. Dove gli Americani portano droni e destabilizzazione, i Cinesi portano strade, ponti, dighe. Quel che vogliono sono le risorse, specialmente combustibili fossili. Con l'Africa detentrice delle più grandi riserve di petrolio, la Libia sotto Gheddafi era una delle fonti di carburante più grandi della Cina.
Quando scoppiò la guerra civile e la NATO spalleggiò i "ribelli" con una storia inventata sul fatto che Gheddafi avesse pianificato il "genocidio" a Bengasi, la Cina evacuò i suoi 30.000 operai dalla Libia. La risoluzione successiva del consiglio di sicurezza dell'ONU che consentì all'Occidente di "intervenire per ragioni umanitarie" fu succintamente spiegato come una proposta al governo francese fatta dal "ribelle" National Transitional Council (Consiglio di Transizione Nazionale), che è stato rivelato il mese scorso sul quotidiano Liberation, in cui alla Francia venne offerto il 35 percento della produzione petrolifera lorda e nazionale della Libia, in "cambio" di supporto francese "totale e permanente" per l'NTC.
Issando stelle e strisce nella Tripoli "liberata", lo scorso mese l'ambasciatore americano Gene Cretz si è lasciato sfuggire: "Sappiamo che il petrolio è il gioiello sulla corona delle risorse naturali della Libia!"
La conquista de facto della Libia da parte degli USA e i suoi partners imperiali proclama una versione moderna dell' "arrampicata per l'Africa" della fine del 19° secolo. Come per la vittoria in Iraq, i giornalisti hanno svolto un ruolo cruciale nel dividere i Libici in vittime degne e indegne.
Una recente prima pagina del Guardian ha mostrato una foto di un terrificato combattente pro Gheddafi e dei suoi catturatori dagli occhi assetati che, dice la didascalia, "celebrano". Secondo il Generale Petraeus, c'è ora una guerra di "percezione... condotta continuamente attraverso le notizie dei media".
Per più di un decennio, gli USA hanno cercato di avere il comando sul continente africano: l'AFRICOM, cosa però che è stata snobbata dai governi, timorosi di ciò che le tensioni regionali avrebbero potuto creare. La Libia e ora l’Uganda, il Sudan Meridionale e il Congo, forniscono l’opportunità maggiore.
Come hanno rivelato le cablature di WikiLeaks e il National Strategy for Counter-terrorism Americano (Strategia Nazionale per il contro terrorismo), i piani americani per l’Africa sono parte di un disegno globale in cui 60.000 forze speciali, inclusi gli squadroni della morte, operano già in 75 paesi che presto saranno 120. Come fece rilevare Dick Cheney negli anni ‘90 , col piano di "strategia di difesa", l’America semplicemente vuole governare il mondo.
Che questo sia ora il dono di Barack Obama, il “figlio d’Africa” è massimamente ironico. O no? Come spiegò Frantz Fanon Black Skin, White Masks (pelle nera, maschere bianche) ciò che conta non è tanto il colore della tua pelle, quanto il potere che servi e i milioni che tradisci”.
Autore: John Pilger / Fonte originale: globalresearch.ca / Traduzione a cura di: Cristina Bassi / Fonte: cafedehumanite.blogspot.com

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