Vignaiolo rischia multa e detenzione per essersi rifiutato d’inquinare il suo campo con i pesticidi
“Un produttore di vino da agricoltura biodinamica non esegue il trattamento sistematico
contro gli insetti che causano la flavescenza dorata, e ora rischia una
multa di 30.000 euro e 6 mesi di reclusione. Succede in Francia, a
Beaune…” Così recita il pezzo italiano che riprende una notizia
pubblicata da Decanter.com e la prima domanda che è sorta spontanea è
stata: questo viticoltore ha causato danni ai vigneti dei propri vicini? La
risposta è no. Emmanuel Giboulot rischia una multa ingente e la
detenzione senza aver causato nessun danno, anzi, per non avere eseguito
i dettami di una legge che prescrive un inquinamento preventivo da insetticidi anche in mancanza di un effettivo pericolo.
Emmanuel
Giboulot conduce 10 ettari di vecchie vigne nel comune di Beaune,
sottoprefettura del dipartimento della Côte-d’Or. Nella sua azienda
pratica da oltre quarant’anni il regime biologico, mentre ha abbracciato
la biodinamica da poco più di quindici anni ed è associato alla
Renaissance des Appellations, l’associazione guidata da Nicolas Joly. La
Borgogna ha un’estensione di 31 582 kmq, divisa in 15 arrondissements e
2.045 comuni, è un territorio densamente vitato e visto il pregio dei
vini di Borgogna la diffusione della flavescenza dorata creerebbe
problemi economici a molti vignerons e imprese vitivinicole, così
quest’anno per la prima volta la Regione Borgogna ha emanato l’obbligo
di trattamento preventivo dei vigneti con insetticidi sistemici o altri
consentiti in regime biologico.
Ma nei vigneti del Domaine Giboulot, nell’area del Beaune e in tutta la Côte-d’Or i monitoraggi non hanno rilevato la presenza dello Scaphoideus titanus,
l’insetto originario del nord America considerato vettore della
flavescenza dorata. Anche su questo tra l’altro le opinioni sono
molteplici.
Ma se le vigne del Domaine sono sane e non ci sono stati danni ai vigneti dei vicini in base a cosa è scattata la denuncia? Nel
corso di uno dei tanti controlli di prassi alla domanda se avesse fatto
il trattamento per la flavescenza Giboulot ha risposto di no motivando
la sua decisione.
Così ci ha spiegato: “In agricoltura biodinamica
è consentito il trattamento insetticida con il piretro verde al posto
degli insetticidi sistemici, ma è un insetticida non selettivo e
trattando il vigneto avrei ucciso al tempo stesso molti degli insetti
presenti, quelli nocivi, ma anche quelli antagonisti della cicalina e di
altre malattie.
La biodiversità nei miei vigneti è importante
per l’equilibrio generale, certi vigneti non hanno visto trattamenti
sistemici da 40 anni e sono perfettamente sani. Alcuni dei miei vigneti a
Beaune si trovano vicini a una casa e anche se il piretro ha una
decadenza molto veloce non è neutro. In luglio quando tutti trattavano
nei vigneti la presenza dei pesticidi nell’aria era chiaramente
avvertibile.”
Il
vignaiolo doveva scegliere se attenersi alla legge o comportarsi secondo
la propria coscienza ben sapendo che i pesticidi sistemici o naturali
che siano hanno un effetto sulla salute dell’uomo e dell’ambiente
(tant’è che in Francia il Parkinson è stata inserita tra le malattie professionali per gli agricoltori esposti a pesticidi).
Ha scelto
di comportarsi con serietà e competenza contadina controllando con
meticolosità e costanza i propri 10 ettari di vigneto nei momenti in cui
si può rilevare la presenza di questo insetto e pronto ad intervenire
con i trattamenti ma anche con l’estirpo delle piante contaminate se ve
ne fosse stato il bisogno.
Gli abbiamo chiesto se questo lavoro di monitoraggio sia possibile secondo lui in un’azienda di maggiori dimensioni:
“Certo – ci ha risposto – non è neppure troppo impegnativo
economicamente: prima della vendemmia è facile osservare i sintomi e una
squadra di 20 persone può monitorare aree molto vaste.
E’ il lavoro meno caro e più efficace
che si può fare per prevenire la diffusione della flavescenza dorata in
questo momento”. Quindi rimane una questione di volontà e di scala di
valori, per qualcuno la salute dell’ambiente e delle persone è meno
importante dell’economia di un’area.
Giboulot
ha ricevuto una notifica che lo invitava a presentarsi davanti al
tribunale di Digione il 10 novembre perché non ha applicato il
trattamento insetticida nelle sue vigne, impossibilitato a presentarsi
in quella data è ora in attesa di una nuova convocazione. Personalmente
mi auguro che questa coraggiosa autodenuncia di Giboulot possa servire
ai cittadini e all’opinione pubblica per porsi qualche domanda sulle
nostre leggi e le nostre istituzioni che vedono un criminale e un nemico
in persone che con competenza e coscienza non si comportano in modo
dannoso per la collettività. Mi torna in mente quella frase di Brecht “Quando
l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere“. I tempi sono altri, ma la capacità di comportarsi secondo la propria coscienza è ancora un valore.
Tratto da: sapereeundovere.it
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