DI CLAUDIO BORGHI
ilgiornale.it
A volte le illusioni ritornano. Questa volta ci ha pensato Milena
Gabanelli che ha riproposto l’abolizione del contante come soluzione a
tutti i mali che ci affliggono.
Secondo questa curiosa teoria se tutto si pagasse con carta di credito
potremmo avere addirittura 150 miliardi in più di gettito fiscale, per
poter lastricare d’oro le strade. È un sogno parallelo a quello della
Tobin tax, la famosa tassa sulle transazioni finanziarie. In realtà il
mondo è differente da quello dei sogni dove basta vietare e tassare
per ottenere schiere di angioletti. Vediamo perché.
Prima
di arrivare alla soluzione estrema dell’abolizione delle banconote
cominciamo con l’esaminare il senso delle limitazioni all’uso del
contante: nessun malaffare «che si rispetti» viene gestito con carta di
credito o assegno. È da gonzi pensare che lo spacciatore paghi la droga
col bancomat o il ricettatore faccia un bonifico con casuale
«incasso refurtiva», allo stesso modo chi incassava somme in nero
continuerà a farlo che il limite sia a 10mila euro o a mille. Le
soglie di tracciabilità sono andate su e giù come la marea a seconda
del livello di demagogia fiscale dei governi ma nulla è cambiato nella
propensione all’evasione. Mettere vincoli addizionali ottiene il
semplice risultato di aggravare pastoie e commissioni per l’onesto,
lasciando del tutto indifferente il disonesto che continua esattamente a
comportarsi come prima.
Illusione massima poi è quella di supporre che se, con una magìa, domani
tutti pagassero con la carta, si incasserebbero i famosi 150 miliardi.
Per capire quanto grossolano sia l’errore basti pensare che il valore
totale delle banconote presenti in Italia è solo 100 miliardi ( e già
qui casca la Gabanelli) ma la nostra pressione fiscale è calcolata sul
Pil: aggiungendo ulteriori introiti fiscali pari al 10% del prodotto
interno lordo si otterrebbe un dato incompatibile con qualsiasi
attività economica di larga scala.
In parole povere per molte attività il gettito andrebbe a zero perché
semplicemente chiuderebbero. L’unico modo di premiare i contribuenti
onesti senza schiacciare l’economia è la riduzione fiscale finanziata
con il taglio delle spese ma chissà perché le soluzioni semplici come
questa sono meno affascinanti delle teorie fantascientifiche.
Torniamo al contante: ai sostenitori di idee radicali come questa o la
Tobin Tax sfugge che la condizione necessaria per raggiungere lo scopo
finale è che lo stesso divieto sia recepito globalmente, altrimenti
molto semplicemente le transazioni si sposterebbero in un’altra valuta o
in un altro Paese. È concepibile pensare che tutto il mondo, dalla Cina
agli Usa, ripudi contemporaneamente il contante per fare una cortesia
a noi? Se la risposta è no è inutile anche soltanto distrarci dai
problemi veri per dedicarci a queste fantasie, senza contare che il
malaffare è esistito ben prima dell’invenzione del denaro e basterebbe
scambiarsi oro o beni di qualsiasi altro tipo per aggirare le
limitazioni. Ogni restrizione unilaterale avrebbe come unico effetto
la fuga di capitali: il monitoraggio da stato di polizia dei conti
correnti, concesso all’Agenzia delle entrate è un unicum in Europa e
infatti, grazie al parallelo inasprimento delle tasse, il trasferimento
del denaro all’estero sta raggiungendo livelli record e le
conseguenze della fuga saranno ben superiori agli introiti fiscali delle
ispezioni.
C’è poi un ultimo aspetto decisivo: larghe fasce di popolazione
semplicemente non sono pronte a gestire la smaterializzazione del
contante, dal punto di vista dei pagamenti e degli incassi e,
specialmente per gli anziani, probabilmente mai lo saranno. Ovvio che
nel mondo dorato della signora Gabanelli e dei suoi seguaci le carte di
credito abbondino, tuttavia l’Italia «normale» non funziona così.
Basti pensare che molti di quelli che vagheggiano l’abolizione del
contante erano in prima fila a contestare la decisione di pagare le
pensioni solo su conto corrente perché «non si possono obbligare i
vecchi a procedure che non conoscono». È la stessa storia di quelli che
invocano i tagli alla spesa ma si indignano se si toccano i pensionati
e gli statali (come se le spese non fossero soprattutto quelle). Tutte
ottime idee, basta che si applichino agli «altri». Il contante si potrà
abolire con un percorso globalmente condiviso e pluriennale: per
l’Italia i nodi verranno al pettine molto prima.
Claudio Borghi (Twitter:@borghi_claudio)
Fonte: www.ilgiornale.it/
Link: http://www.ilgiornale.it/news/interni/milena-gabanellivuole-toglierci-i-soldi.html
16.04.2013
Fonte: comedonchisciotte.org
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