Di Grecia ormai non si parla quasi più sui media
italiani. Eppure domenica sera decine di migliaia di persone hanno
invaso Piazza Syntagma. E poche ore prima la Polizia greca aveva
arrestato illegalmente dei ragazzini italiani e minacciato i genitori.
Domenica sera centomila greci sono tornati a riempire
Piazza Syntagma. Contro la troika – i cui rappresentanti erano ancora ad
Atene ad impartire istruzioni al governo locale – e contro la
repressione che sempre più sistematicamente colpisce ogni movimento
sociale, ogni protesta dei lavoratori e dei cittadini. Una giornata di
mobilitazione dei cosiddetti ‘indignados’ greci all’insegna dello slogan
“La primavera dei popoli è iniziata”. Forse una parola d’ordine troppo
ottimistica, visto che quando la piazza davanti al parlamento di era
riempita i manifestanti hanno dovuto fare i conti con la brutalità dei
poliziotti in tenuta antisommossa. In particolare con i Mat, i reparti
speciali, che prima hanno inondato la piazza con i lacrimogeni e poi si
sono accaniti su alcuni giovani, come testimonia un video pubblicato da
alcuni siti greci di controinformazione.
La notizia in Italia ha avuto pochissima diffusione. Forse perché era
domenica sera e c’erano i risultati del campionato di calcio. Oppure
semplicemente perché della Grecia, ultimamente, meno si parla e meglio è
per una classe politica alle prese con una ingovernabilità che non
sembra poi così scomoda, invece, per l’Unione Europea ed i suoi
meccanismi coercitivi.
Ancor meno diffusione ha avuto però, nei
giorni scorsi, un’altra notizia, anche se coinvolgeva alcuni cittadini
italiani residenti ad Atene.
A parlarne era nei giorni scorsi il
sito della sinistra ellenica Left.gr, secondo il quale i poliziotti
delle squadre speciali Delta si sarebbero resi protagonisti di un
ennesimo atto di violenza gratuita.
Un italiano residente ad Atene ha denunciato che sabato sera (9 marzo)
cinque ragazzi tra i 16 e i 19 anni – tra cui alcuni suoi figli – sono
stati fermati senza motivo da una pattuglia dei Delta che gli ha chiesto
di identificarsi. Nonostante i ragazzi avessero con loro i documenti e
fosse quindi possibile realizzare l’identificazione sul posto, gli
agenti li hanno prima perquisiti e poi obbligati a seguirli in
commissariato, e come se non bastasse li hanno ammanettati prima di
farli salire a forza sul loro furgone. Venuti a conoscenza di quanto era
accaduto, i genitori dei fermati si sono recati di corsa al quartier
generale dell’Attica della Polizia, in viale Alexandra. Ma gli agenti si
sono rifiutati di fornire informazioni sulle accuse nei confronti dei
fermati e sulle loro condizioni, scatenando la rabbia dei genitori. Uno
dei quali è stato spintonato e preso a pugni da un membro della squadra
Delta che aveva realizzato il fermo, che lo ha anche minacciato di
denuncia per diffamazione se avesse continuato a lamentarsi. I ragazzi,
dopo un lungo tira e molla e dopo numerose angherie nei loro confronti
sono stati rilasciati alle 6,30 del mattino successivo, dopo quasi 8 ore
di detenzione arbitraria e ingiustificata. I ragazzi hanno riferito che
i poliziotti avevano proibito loro di parlare in italiano.
Non è
la prima volta che una cosa simile accade ad Atene. Un episodio analogo
era già avvenuto con un ragazzo italo-greco di 15 anni, il 17 novembre
scorso. Il minorenne era stato trattenuto in questura per 4 ore,
vietandogli di avvisare i genitori.
Il sito Left.gr riferisce
anche che i genitori dei ragazzini arrestati illegalmente – che hanno la
nostra nazionalità - si sono recati ieri all’ambasciata italiana ad
Atene per denunciare l’accaduto. I rappresentanti diplomatici di Roma si
sarebbero detti disponibili ad approfondire il caso e ad agire di
conseguenza presso le autorità elleniche. Anche l’Associazione dei
Genitori della Scuola Italiana di Atene ha annunciato che si interesserà
alla vicenda. Peccato che in Italia, nel frattempo, della cosa non
abbia parlato nessuno…
Fonte: contropiano.org
Visto su: losai.eu
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