- Marco Sartorelli -
Dal 1956 a Perdasdefogu in Sardegna ha sede il poligono
sperimentale militare più grande d’Europa. Negli ultimi anni la
convivenza con la popolazione locale si è incrinata in seguito
all’aumentata insorgenza di tumori e malformazioni congenite.
QUIRRA (CAGLIARI) – Intorno al Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ) si registra una strana moria
di persone e bestiame. Il poligono è destinato alla sperimentazione di
arsenale bellico, ed è a disposizione di aziende private e
dell’esercito. Poco distante sorge una discarica militare anch’essa
coinvolta in un’inchiesta giudiziaria. Non solo morti: nella stessa area
le nascite sono ammorbate da malformazioni congenite e
le informazioni riguardanti la pericolosità delle scorie latitano. Per
questo motivo, in una regione che vive essenzialmente di pastorizia,
accade che gli allevatori usino il materiale residuo delle esplosioni
per accendere il fuoco firmando inconsapevolmente la loro condanna a
morte. Le peregrine indagini condotte dal procuratore di Lanusei Fiordalisi procedono a singhiozzo; venti le persone coinvolte tutte appartenenti ad alti ranghi istituzionali,
circostanza che turba non poco il normale iter processuale. Il fine
della presunta condotta criminale sarebbe stato quello di occultare la
pericolosità delle operazioni del PISQ.
Le ipotesi di reato, che vanno dall’omicidio plurimo all’omissione d’atti d’ufficio, si basano, secondo la procura, su un perverso e corrotto intreccio di interessi fra imprenditoria e pubblici ufficiali: la sperimentazione selvaggia
di armi e materiali bellici e civili non avrebbe trovato ostacoli, anzi
sarebbe stata appoggiata da chi avrebbe dovuto controllarne la
regolarità. Sul tema si è pronunciata persino la Commissione parlamentare d’inchiesta sull’Uranio
fornendo vaghe rassicurazioni. Tuttavia escludere la presenza di uranio
non basta a soddisfare la domanda di chiarezza e di giustizia della
popolazione locale; esistono infatti svariate altre sostanze di
comprovata tossicità che sono state riscontrate nelle analisi
effettuate. Poniamo pure che gli indagati vengano tutti prosciolti e che
i reati non sussistano, a quel punto rimarrebbe da chiedersi se sia
giusto continuare sulla strada di uno sviluppo industriale guerrafondaio.
Quante vite umane può valere il collaudo di un nuovo tipo di ordigno
bellico? In cuor mio rispondo nessuna, ma l’attuale classe politica non
sembra essere dello stesso avviso.
mercoledì 6 febbraio 2013
3 commenti:
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Intanto gli esperimenti continuano.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Si tratterà di uranio impoverito, ma in quel poligono testano armi sperimentali e non convenzionali molte nazioni e anche privati senza avvertire e/o informare nessuno, in pratica la sardegna è diventata il parco gioco dei militari e i sardi una scocciatura.
RispondiEliminaLo so, ci vorrebbe una bomba per mandarli via da qui questi militari del cacchio.
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