Marco Cedolin
L'hanno chiamata operazione "Trash Food" ed ha portato al sequestro di 2300 prosciutti, per un valore che si aggira intorno ai 300mila euro, da parte dei Nas di Cremona in una quarantina di stabilimenti di stagionatura emiliani e friulani.
Il sequestro si sarebbe reso necessario, poiché all'interno degli allevamenti, prima di diventare prosciutti, i maiali venivano alimentati attraverso l'uso di rifiuti speciali, animali e vegetali. Agendo in questo modo l'organizzazione a delinquere riusciva ad ottenere il duplice scopo di smaltire a costo zero i rifiuti ed eliminare il peso economico derivante dall'acquisto dei mangimi.
Insomma un nuovo capitolo delle frodi alimentari che in casi del tutto eccezionali vengono portate alla luce , con però una particolarità che lo contraddistingue dagli altri.
Generalmente le frodi alimentari portate allo scoperto riguardano prodotti di fascia bassa, destinati ai discount, d'importazione cinese ecc. o al più qualche secondo marchio di aziende importanti che operano nella grande distribuzione....
In questo caso i prosciutti sequestrati fanno invece parte di quello che è il fiore all'occhiello della produzione alimentare italiana. I prosciutti di Parma (1900 fra quelli sequestrati) e quelli di San Daniele (400 fra i sequestrati), rappresentano infatti nell'immaginario collettivo, insieme al Grana Padano e al Parmigiano Reggiano, il livello top della produzione nazionale. Prodotti che nel mondo tutti c'invidiano e costano un sacco di soldi, estremamente ricercati da tutti coloro che non sono costretti ad alimentarsi ai discount.
Le analisi che verranno effettuate sui prosciutti sequestrati stabiliranno se la carne dei maiali allevati mangiando rifiuti speciali può considerarsi o meno nociva per l'organismo umano. Anche se sappiamo bene che l'eventuale nocività è un elemento che andrebbe valutato nel lungo periodo, mentre le analisi potranno verificare solamente l'eventualità che i prosciutti producano un'intossicazione immediata.
Nel caso in cui dopo i controlli sanitari i prosciutti vengano ritenuti idonei al consumo, potranno con tutta probabilità ritornare in vendita, ma perderanno il marchio di qualità che li contraddistingueva.
Porcherie può anche andare bene insomma, purché non si parli di porcherie Dop.
fonte: ilcorrosivo.blogspot.it
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