« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »

GUSTAVO ADOLFO ROL



martedì 26 giugno 2012

SICILIA: BAMBINI CHE MUOIONO DI RADAZIONI NUCLEARI USA

Sigonella base NATO.



















di Gianni Lannes

«Non si sa che effetto avrà sul sistema immunitario dei siciliani di Lentini la radioattività delle scorie nucleari nascoste dagli americani nel suolo» si legge in un passaggio del libro scritto dal professor J.W. Gofman, Radiation and Human Health (Sierra Club Books, San Francisco). Dove sono stati occultati i rifiuti della vicina base militare Usa di Sigonella, durante gli anni in cui venne scritto quel saggio? Forse, in qualcuna delle 27 cave dismesse - etichettate “apri e chiudi” - del comprensorio locale. Gli investigatori della Direzione investigativa antimafia hanno rilevato che la base di Sigonella compare tra gli enti che per anni hanno scaricato rifiuti nella discarica abusiva di Salvatore Proto, un prestanome del clan Santapaola-Ercolano. C’è poco da stare allegri. Le ricerche scientifiche concordano nel ritenere l’esposizione a grandi quantità di radiazioni come il maggiore fattore di rischio per il tumore del sangue. «La leucemia è associata al plutonio, responsabile della perdita dell’immunità biologica che colpisce un numero crescente di persone» argomenta l’illustre scienziato Gofman. Il 21 gennaio 1968 un bombardiere B-52 americano che trasportava 4 bombe H cadeva nel nord della Groenlandia, disintegrandosi e spargendo rottami radioattivi su un’area vastissima di terra e di mare. Nel giro di qualche anno le persone che erano venute inavvertitamente a contatto con i rottami si ammalarono di leucemia. Ed in quel luogo proprio la leucemia divenne una delle più frequenti cause di morte. In Sicilia a seguito di alcuni incidenti segreti di velivoli Usa, i bambini della Sicilia orientale muoiono di leucemia più di ogni altra parte d’Italia. La magistratura sembra paralizzata. Come mai il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il Primo Ministro Mario Monti, non chiamano il Presidente Obama a rendere conto di questo crimine? Recentemente hanno incontrato a Roma il segretario generale della Nato, Anders Fogh  Rasmussen ma non hanno profferito parola sull’argomento. La morte e la malattia indotta in tanti bambini italiani da causa belliche, forse non sono una buona ragione per intervenire subito?
Rasmussen e Monti (foto Nato).

Segreti militari - Se si scava emergono delle singolari analogie con due incidenti aerei - di carattere bellico - che hanno funestato la Sicilia orientale a metà degli anni ‘80. Il 12 luglio 1984, alle ore 14,45 proprio a Lentini, un quadrigetto Lockeed C141B “Starlifter” dell’Us Air Force, con un carico di 44 tonnellate si schiantò ed esplose in contrada Sabuci-San Demetrio, dopo essersi levato in volo da Sigonella, diretto in Germania. Nell’impatto morirono sul colpo 9 militari nord-americani. «I marines giunsero sul luogo del disastro pochi minuti dopo ed ostacolarono militarmente l’intervento dei mezzi di soccorso locali e l’accesso addirittura delle forze dell’ordine italiane; l’indagine fu sottratta alla magistratura italiana» rivela il sostituto commissario della Polizia di Stato, Enzo Laezza che l’11 agosto 1987 ha perso la figlia Manuela, colpita dalla leucemia mieloide acuta. Le autorità americane mantennero il massimo riserbo sul carico trasportato dal velivolo. La zona dove precipitò l’aereo Usa venne transennata e, per una quarantina di giorni, la statale 194 che collega Catania a Ragusa, fu interdetta al traffico veicolare. Un altro incidente aereo, del quale però si hanno solo scarne notizie, si verificò nel giugno del 1985. Nell’occasione un velivolo dell’aviazione USA, in volo verso la base di Sigonella, perse quota negli agrumeti di Lentini. L’aereo si disintegrò nell’impatto con il suolo. L’area rimase impenetrabile ai comuni mortali siciliani per diversi mesi, fino a quando tutti i frammenti del velivolo furono raccolti dai marines. Cosa trasportavano i due aerei in missione per il Pentagono sui cieli di Lentini? Oltre ai velivoli e agli uomini che persero la vita nei due incidenti, cosa contaminò il suolo siciliano? A bordo vi erano materiali nucleari o soltanto uranio sporco usato come contrappeso dei velivoli? Nel 1962, un rapporto del Dipartimento Difesa USA (“The Effects of Nuclear Weapons”) avvertiva:
 «Le armi nucleari sono concepite con gran attenzione per esplodere solamente quando sono intenzionalmente innescate e fatte brillare. Nonostante ciò c’è sempre una possibilità, a seguito di circostanze accidentali, che inavvertitamente possa avvenire un’esplosione. Nonostante tutte le ragionevoli precauzioni che possano essere state prese per prevenire incidenti, ciò può comunque avvenire nelle aree di assemblaggio delle bombe, di loro immagazzinamento, carico e trasporto sul suolo o su un aereo o missile». Conseguenze letali a prova di scienza. A Lentini, Carlentini e Francofonte i bambini muoiono di leucemia più che in ogni altra parte d’Italia. «In provincia di Siracusa negli ultimi anni si è osservato un aumento della mortalità per leucemie. Estendendo l’osservazione ad 8 anni i tassi provinciali si attestano intorno a quelli regionali e nazionali, ad eccezione del distretto di Lentini dove si osservano tassi di gran lunga maggiori». L’Atlante della “mortalità per tumori” (volume 2) realizzato da alcuni epidemiologi - coordinati da Anselmo Madeddu - con il contributo dell’università di Catania - pubblicato dall’azienda sanitaria locale, parla chiaro. «Questo dato nell’ultimo periodo di osservazione non solo si è consolidato, ma è cresciuto e sembra ineluttabilmente destinato a moltiplicarsi. La mortalità e l’incidenza dei tumori del sangue in particolare leucemie e linfomi nella zona nord della provincia siracusana, caso totalmente diverso dalla situazione di Augusta, Priolo e Gela, sta divenendo sempre più preoccupante. Sarebbe utile verificare se esistono fattori di rischio legati a determinati rifiuti tossici che hanno inquinato terreni e falde freatiche non distanti dall’insediamento militare di Sigonella» denuncia il dottor Pino Bruno, un medico della Cgil. Nell’area vivono 60 mila persone su un totale di 403 mila dell’intero territorio provinciale. Il 30 gennaio 2006, l’associazione “Manuela e Michele”, che dal 1991 si batte per far luce sul gran numero di bimbi e ragazzini deceduti a causa di questa particolare forma di cancro, ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa, sollecitando un’indagine sulla «tangibile possibilità che i numerosi casi di leucemia possano essere causati dalla commistione di reati contro l’ambiente». Secondo l’avvocato Santi Terranova «tocca alla magistratura indagare e capire perché in questa zona della Sicilia i bambini muoiono in percentuale maggiore rispetto ad altre aree del Bel Paese». Il luogo dell’incidente è stato chiuso per più di 4 mesi. Il governo USA risarcì i proprietari dei terreni per 20 anni». E nient’altro. L’incandescente fascicolo giudiziario aperto più di un lustro fa, giace nelle mani del sostituto procuratore Maurizio Musco. Il pubblico ministero, però, non si sbottona di un millimetro. Il documentato Rapporto dell’Azienda sanitaria siracusana ipotizza una causa di inquinamento scatenata dalla presenza sul territorio di «discariche illegali di scorie radioattive. Infatti le radiazioni ionizzanti sono associate ad un aumento di rischio per leucemie e possono avere due origini: origini nucleari, per disintegrazione di radionuclidi naturali come il radon o per disintegrazione di radionuclidi artificiali come nel caso delle centrali nucleari o delle bombe». Il volume ha ricevuto anche la prefazione del professor Donald Maxwel Parkin, membro dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc): «Si spera che gli autori di questa eccellente monografia avranno l’energia, il tempo e la pazienza per preparare una terza monografia, quando saranno disponibili i risultati scientifici». Il terzo volume dell’Atlante, la cui presentazione era prevista per ottobre 2006, ha subito un brusco stop dalla Regione sotto il regno del governatore Totò Cuffaro (condannato a sette anni di reclusione in via definitiva per favoreggiamento della mafia, tuttavia osannato pubblicamente dai parlamentari Casini e Cera). A Lentini e dintorni, numerosi cittadini, soprattutto i genitori che hanno perso i figli continuano a chiedersi con insistenza inascoltata, se esista un qualche nesso di causalità tra l’elevato tasso di mortalità infantile per leucemie e i due incidenti aerei. Non si può far finta di nulla o girarsi dall’altra parte, anche se le radiazioni letali sono invisibili all’occhio umano. E’ un crimine latente che sfiora i governi ma annienta i bambini.

Inquinamento atomico - Il premio Nobel Carlo Rubbia, fisico di professione, non ha dubbi e così argomenta (Il dilemma nucleare, Sperling & Kupfer, 1987): «I bambini e gli organismi giovani, i neonati e gli embrioni, sono in genere i soggetti più esposti, perché le loro cellule si riproducono a una velocità amplificata dalle necessità fisiologiche che le rende più sensibili ai cambiamenti di codice genetico. Una radiazione che colpisce una donna incinta può tradursi in alterazioni che si manifestano alla nascita del bambino e che si trasmettono alle generazioni successive. Sono estremamente vulnerabili anche gli organi riproduttivi, sia maschili che femminili, in cui sono contenute le cellule a partire dalle quali si costruirà il codice genetico della prole. La radiazione è un proiettile, una particella di dimensioni infinitesima che viaggia a velocità confrontabile a quella della luce e ci attraversa, passando facilmente tra gli interstizi degli atomi e le molecole. Attraversano i vuoti di cui siamo fatti, questo proiettile può colpire accidentalmente, rompere, spesso distruggere degli elementi della struttura cellulare. Il danno può essere disastroso quando viene toccato il DNA, la famosa spirale a doppia elica che contiene le informazioni genetiche e riproduttive di ciascuna cellula. Le funzioni di tutti i miliardi di cellule che costituiscono un essere vivente sono regolate dal DNA. Durante il loro processo di riproduzione l’informazione viene “copiata” e trasmessa alla progenie, e quindi persiste oltre la vita della cellula iniziale. Che cosa succede quando una particella ionizzante attraversa la spirale? E’ possibile che urti contro uno dei pioli, rompa un paio di scalini, metta degli uno al posto degli zero, cambi i messaggi. Molte volte questi cambiamenti, detti mutazioni, danno origine a situazioni ingarbugliaste, impossibili, irragionevoli, tali che il progetto non sia più realizzabile, il disegno non abbia più senso, la cellula muoia. Può però talvolta accadere che la mutazione porti la cellula in uno stato diverso che, pur permettendole di vivere, la spinga a riprodursi in maniera sregolata. Colpita dalla martellata della radiazione, la cellula impazzisce. Il cancro è in larga misura l’effetto dello stravolgimento delle regole precise che presiedono al codice genetico. Quando questa bellissima matematica fallisce, la cellula impazzita continua a vivere e a moltiplicarsi nei tessuti senza più controllo, innescando il processo di metastasi. Tumori e alterazioni genetiche possono essere provocati anche da dosi irrisorie di radiazioni, al limite da una singola particella ionizzante che colpisca, al posto giusto, un elemento del DNA, un gene. Anche dosi di radiazioni considerate benevole o inoffensive producono un gran numero di tali proiettili. Un solo nanocurie corrisponde a 30 disintegrazioni per secondo, e cioè a un miliardo di disintegrazioni all’anno. E questo ritmo, nel caso delle sostanze più longeve, può protrarsi per anni e anni all’interno del nostro corpo. Ripeto: non esiste, allo stato attuale delle conoscenze, alcuna certezza sulla soglia di rischio per queste mutazioni. Non conosciamo l’’esistenza di un meccanismo di recupero che permetta al nostro organismo di “digerire” piccole, continue dosi indotta di radiazioni anche al di sotto di un certo livello. D’altronde la natura puramente probabilistica del fenomeno sembra indicare che una stessa quantità di radiazioni somministrate in dosi piccolissime a un grandissimo numero di individui produrrà lo stesso numero di morti che la stessa quantità distribuita in dosi molto più concentrate a poche vittime. E’ quindi in duplice senso che gli effetti della radioattività dall’uomo ci minacciano in una maniera subdola e ritardata, che supera la memoria umana. In primo luogo per la lunga fase di attesa al livello nucleare che permette a un nucleo radioattivo di continuare a vivere, di restare addormentato per tempi lunghissimi, mesi, anni, secoli e oltre, per poi esplodere in minuscoli ma micidiali proiettili capaci di penetrare profondamente nella materia. In secondo luogo, perché i danni di natura genetica di questi proiettili, che sono considerevoli,  rimangono iscritti come modificazioni disastrose e permanenti del codice ereditario e trasmessi nel processo riproduttivo delle cellule di tutti gli elementi della vita sulla terra, dai vegetali agli animali, agli umani». 

Ecomafie Usa - La base militare di Sigonella smaltisce i propri rifiuti - prodotti in enorme quantità - nell’ampio complesso militare in territorio di Lentini, in contrada Armicci. Sempre in loco vengono smaltiti i rifiuti speciali ospedalieri prodotti nel grande ospedale della vicina base americana che si occupa della salute degli 8 mila soldati di stanza a Sigonella e di tutti quegli altri assegnati alle diverse altre basi della marina militare Usa dislocate nel Mediterraneo. Chi li controlla? Nessuno. Per lo “Zio Sam” non valgono le leggi italiane ed i Governi tricolore non hanno mai fatto rispettare la sua sovranità. All’addetto stampa della base Usa, giriamo i quesiti, ma otteniamo un seccato «No comment». Comunque, è alla Giano Ambiente, una società a responsabilità limitata, che la marina US Navy ha affidato lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri speciali. Fondata nel 1983, la Giano Ambiente fa parte del Gruppo Giano S.p.A. con sede a Messina e ufficio di rappresentanza a Milano. L’azienda opera nel settore della bonifica, trasporto, smaltimento e trattamento dei rifiuti d’ogni genere prodotti in Italia, Germania, Francia ed Austria; la società vanta ufficialmente un fatturato annuo di 4 milioni di euro. Essa è anche una delle aziende di fiducia della marina militare italiana: la Direzione Commissariato in Sicilia affida alla Giano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti delle basi navali di Augusta, Messina e Catania; l’impresa esegue inoltre, lo smaltimento dei rifiuti industriali e tossici prodotti negli impianti di Priolo e Gela di proprietà delle principali aziende petrolchimiche. Amministratore e principale azionista della Giano è il manager Gaetano Mobilia, rinviato a giudizio nell’aprile 2004 con l’accusa di turbativa d’asta, falso e abuso d’ufficio. Già nel febbraio 2002 il Tribunale aveva interdetto il Mobilia per 2 mesi dall’esercizio dell’attività d’impresa. Il nome di Gaetano Mobilia è poi comparso nel Rapporto Ecomafia 1998 di Legambiente: il manager messinese è legato alla Odm del faccendiere Giorgio Comerio, più volte sotto inchiesta per traffici di rifiuti radioattivi e tossico-nocivi, ovvero affondamenti di navi e siluri nel Mediterraneo e in alcuni Oceani, nonché occultamenti in Africa (alla voce Somalia ma non solo). Mobilia ha fatto anche parte del consiglio d’amministrazione della Servizi Ambientali di Filippo Duvia, società coinvolta nello scandalo dei rifiuti occultati nella discarica di Pitelli a La Spezia. Gaetano Mobilia, già direttore dei cantieri navali Rodriguez Spa: un’azienda leader nella produzione di navi ed aliscafi per uso civile e militare, acquisita più recentemente da una “new company”, costituita dalla IMMGI (holding immobiliare di Roberto Colannino), da Banca Intesa e dalla GE Capital, società del colosso multinazionale General Electric (costruttore di centrali nucleari), storico contractor delle forze armate Usa. Un dato generale notevolmente sottostimato risalente al 2003, riferito dalla rivista The Ecologist: il Dipartimento della Difesa Usa produce mediamente ««750 mila tonnellate di rifiuti nocivi, cinque volte quelli prodotti dalle cinque maggiori multinazionali chimiche», senza contare quelli nucleari.

Etna nucleare - Sigonella, anzi “Saygonella, come dicono gli yankees, è stata posta a disposizione delle Forze Armate degli Stati Uniti d’America sulla base di un Memorandum firmato l’8 aprile 1957 e mai ratificato dal Parlamento italiano. Il 18 dicembre 2003, è stato predisposto segretamente un nuovo “Accordo Tecnico” tra Italia e Stati Uniti per regolare l’utilizzo delle installazioni militari della base militare. “Nassig” ricopre un ruolo fondamentale nello stoccaggio e nella manutenzione di testate e munizioni per le unità della VI flotta e i reparti dell’aviazione Usa e Nato. L’infrastruttura è classificata dal Pentagono quale “Special Ammunition Depot” (deposito di munizioni speciali), in quanto è a Sigonella che viene effettuato lo stoccaggio delle bombe nucleari del tipo B 57 - stimate in 100 unità - utilizzate per la guerra antisommergibile. Una ventina circa di queste testate nucleari sono destinate ai velivoli Atlantic in forza al 41° Stormo dell’Aeronautica italiana. Il numero degli ordigni atomici occultati nella base siciliana cresce in particolari periodi di esercitazioni o di crisi internazionale, quando l’insediamento aeronavale funziona da centro di manutenzione per le armi nucleari destinate alle unità navali della VI flotta e ai velivoli imbarcati. «Periodicamente vengono dislocate a Sigonella anche le testate nucleari del tipo B 43, B 61 e B 83 con potenza distruttiva variabile da 1 kiloton a 1,45 megaton» rivela un alto ufficiale dell’U.S. Navy, di origine italo-americana. A 39 chilometri si erge il vulcano Etna con le sue eruzioni e a 16 la città di Catania. La base sorge nei territori di Lentini (Siracusa) e Motta Sant’Anastasia (Catania) e si compone di due sezioni: Nas 1 e Nas 2 (Naval Air Station 1 e 2). Il primo settore ospita gli uffici amministrativi e di sicurezza, gli alloggi per gli ufficiali, servizi e strutture per il personale, un centro commerciale. Nas 2 sorge invece a 15 km di distanza e comprende le due zone militari operative degli Usa e della Nato, un Air Terminal, altri centri residenziali, due piste d’atterraggio di 2.500 metri, due aree di parcheggio in grado di garantire la prontezza operativa ad un’ottantina tra aerei da trasporto, cacciabombardieri, pattugliatori ed elicotteri da combattimento, depositi munizioni, e sistemi radar e di intercettamento. A circa 3  chilometri da Nas 2, nel territorio di Belpasso, è presente una terza area militare in cui sono stati realizzati un centro trasmissioni ed una decina di depositi sotterranei colmi di munizioni e sistemi d’arma. Infine, nell’adiacente porto di Augusta, sovente attraccano e stazionano sommergibili a propulsione ed armamento nucleare, sotto controllo diretto del Pentagono. Oltre ad unità della US NAVY, ospita diversi squadroni tattici dell’Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F 14 e 16, gruppi di F-16 ed F-111 equipaggiati con bombe nucleari B-61. Operazioni speciali. Gli USA hanno riposizionato le proprie pedine sulla cartina del vecchio continente. Con l’obiettivo di rendere più efficiente la loro attività, gli Stati Uniti  hanno stabilito una nuova centrale operativa che avrà tra i suoi principali scopi la lotta al terrorismo globale. Singolare coincidenza: questa strategia interessa le principali installazioni della Nato in Italia. Il Bel Paese, infatti, grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo è particolarmente adatto a controllare il Medio Oriente e l’Africa Subsahariana. Il nuovo orientamento era scaturito dalla relazione che il comandante delle forze Usa e alleate in Europa, James L. Jones  aveva presentato a marzo del 2006 al Congresso e al Senato americano. L’alto ufficiale chiedeva ingenti finanziamenti per rafforzare la presenza a stelle e strisce. Il generale Jones aveva precisato che la sede ideale per tale unità era Sigonella, in Sicilia. Queste dichiarazioni  avevano suscitato l’approvazione dell’allora ministro della Difesa Antonio Martino (aspirante piduista). La base siciliana è diventata a tutti gli effetti, il centro strategico di attività di intelligence, di sorveglianza e di sostegno agli interventi nella realtà mediorientale. Dall’inizio degli anni ’90 Sigonella è diventata il fulcro di tutte le operazioni militari, dalla guerra nel golfo Persico del ’91, ai Balcani, all’invasione dell’Iraq, ai bombardamenti in Libia e alla programmata aggressione in Siria ed Iran. In altri termini, è un cantiere permanente dove le imprese (spesso in odore di mafia) lavorano in condizioni di extraterritorialità. E’ una base di mercato nero per il carburante e per una quantità di altre merci che arrivano in condizioni di “duty free”. E’ una base che spreca acqua e divora energia. Dal 1984 la base ospita l’Helicopter Combat Squadron Four HC-4 Black Stallion, l’unico della Marina statunitense dotato di nove elicotteri pesanti MH-53E Sea Dragon per il trasporto di uomini, mezzi e munizioni. Lo squadrone assicura il sostegno alle operazioni militari Usa in Europa, Africa e Medio Oriente e garantisce il ponte aereo con le portaerei in navigazione nel Mediterraneo e nel Mar Rosso.  

Controllo droni - Sono sbarcati in gran segreto ben due anni fa. “God Morning” Global Hawk: il più sofisticato modello di jet senza pilota è atterrato nella base siciliana, ma il governo Berlusconi non ha preventivamente informato il Parlamento italiano. Lo stesso comando della Nato a Bruxelles rivela che «l'inclusione dei velivoli Uav darà maggiore flessibilità ai sistemi Ags». Ags dovrà trattare tutte le informazioni raccolte dai velivoli radar. A Sigonella gli Usa hanno installato il comando del sistema di sorveglianza della Nato. La corsa bellica del governo Berlusconi continua sempre più intensa, sempre più in silenziosa. Teatro, appunto delle nuove operazioni di guerra è ancora la base militare di Sigonella, dove in gran segreto l’Us Air Force ha posizionato il maggior centro operativo degli “Unmanned Aerial Vehicle” (Uav), aerei senza pilota. Ufficialmente, lo scopo è assicurare la sorveglianza su tutto il globo terrestre, ma l'obiettivo più ambizioso del Pentagono è di fare in modo, entro il 2011, che un terzo della sua flotta da combattimento sia costituito da velivoli teleguidati. L’operazione decolla nell’ottobre 2005, quando il sottosegretario alla difesa Usa Dyke Weatherington rilascia un’intervista al National Defense Magazine parlando di Uav: l’ultima frontiera della guerra ad altissima tecnologia. Tra loro i Global Hawk, prodotti dalla Northrop Grunmann, frequentemente adoperati in Iraq e Afghanistan. Quaranta di questi velivoli saranno dislocati nelle basi di Kaneohe nelle Hawaii, Jacksonville in Florida, Diego Garcia nell’Oceano Indiano, Kadena ad Okinawa e Sigonella in Italia. detto e fatto. Per il Dipartimento della difesa Usa   è un anno cruciale per la localizzazione effettiva delle principali basi operative dei Global Hawk, al punto che nel bilancio annuale le voci relative al luogo e ai costi dell'operazione sono indicate come "classificate", ossia segrete. L’aereo teleguidato è associato al nuovo pattugliatore P-8 Mma, destinato alle basi aeronavali Usa. E il dipartimento della Marina indica, tra i siti, a cui è destinato il P-8, anche Sigonella, sede fissa del 25° Squadrone antisommergibile e del Centro di supporto tattico, che coordina le operazioni di pattugliamento della marina militare Usa. I droni telecomandati, di cui è dotata ora anche l’Aeronautica Militare tricolore, controlleranno a distanza la popolazione civile italiana e potranno essere utilizzati per sedare rivolte sociali.
Rasmussen e Napolitano (foto Nato).

Sigonella base NATO 06 2006.

Sigonella base NATO.


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