La Russia sta perdendo il suo ruolo geopolitico. Il nemico è alle porte, e questo preoccupa. Nel silenzio, la Nato sta stringendo patti ed accordi con tutti i paesi già membri del blocco del patto di Varsavia. Il capo di Stato Maggiore russo Nikolai Makarov ieri ha presentato la nuova versione della politica militare russa in un’audizione presso la Camera Pubblica Russa, un’istituzione consultiva della Duma – l’organo legislativo di Mosca.
LA RUSSIA HA PAURA – Preoccupa il gigante asiatico la politica espansionistica della Nato; recentemente l’Alleanza Atlantica ha proposto l’ingresso nel patto militare all’Ucraina e alla Georgia, già membri del patto di Varsavia e naturalmente sotto l’influenza sovietica. La situazione, pensano le autorità di Mosca, è sul punto di precipitare. “Se guardiamo cosa sta accadendo ai nostri confini”, dice Makarov, “è chiaro che il rischio di trascinare la Russia in una serie di conflitti regionali è salito in maniera sensibile. E a certe condizioni”, continua il generale, “conflitti regionali e locali potrebbero diventare una guerra aperta con ampio uso di armi nucleari”, ha detto il capo di Stato maggiore. Come è successo in Georgia, appunto, o in Cecenia, o per la crisi ucraina del gas: il desiderio dei paesi ex sovietici di riconnettersi al mondo occidentale fa sentire la Russia accerchiata in casa sua. È per questo che, con tali motivazioni, Mosca sta radicalmente cambiando la sua politica degli armamenti: complice anche la carenza di effettivi reclutabili - “la Russia non ha più giovani in età di reclutamento, siamo nel bel mezzo di una crisi demografica: è un problema molto serio”, ha detto Makarov – il piano è quello di fortificarsi. Di diventare una fortezza.
NUOVI ARMAMENTI – Ovviamente non è più tempo di mura fortificate. Il piano è quello di aumentare le proprie difese, le proprie armi di contromisura. Sono già state commissionate alla Almaz-Antey, gigante delle armi russe, due sistemi di difesa a missili S-500, che dovranno essere pronti “entro due anni”; parliamo di sistemi d’arma che colpiscono a 500 km; il governo li ha commissionati “in grado di intercettare missili balistici e missili cruise ipersonici”. Accanto alla politica del riarmo ripartirà anche la politica degli accordi, ovvero il trattato START fra gli Stati Uniti e la Russia per la riduzione strategica degli armamenti stabili. È stato appena firmato da Barack Obama e Dimitri Medvedev una nuova versione dello Start che è ben più soddisfacente, dice il Capo di Stato Maggiore, rispetto a quello finora in vigore.
La prima versione aveva dei difetti. Il nuovo Start ci soddisfa. Ci dà la possibilità di fare a nostro modo in alcuni casi, soprattutto con riguardo al problema della difesa missilistica dall’Europa.
In breve, citando interessi superiori di difesa nazionale, la Russia con il nuovo trattato potrà riarmarsi. Ed avrebbe tutta l’intenzione di farlo.
Fonte: giornalettismo.com
visto su: ecplanet
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