« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »

GUSTAVO ADOLFO ROL



martedì 25 ottobre 2011

La Francia bombarda il sud della Somalia

Fonte: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=11096
di: Francesca Dessì
f.dessi@rinascita.eu
Dopo la Costa d’Avorio e la Libia, la Francia interviene militarmente anche in Somalia, dove è in corso un’offensiva lanciata dal governo di Nairobi contro gli al Shabaab. Lo ha reso noto il portavoce dell’esercito keniota, Emmanuel Chrichir che ha confermato le voci che erano circolate nel fine settimana di un coinvolgimento dell’Occidente, in particolare di Parigi, nella cosiddetta Linda Nchi -“Proteggere la nazione” – la missione del Kenya.
“La marina francese ha bombardato la città di Kuday, nel sud di Chisimaio” ha affermato il portavoce keniota, secondo cui la Francia starebbe appoggiando le operazioni militari nel porto meridionale, controllato dai militanti islamici.

L’Eliseo ha smentito la notizia. Ma già in passato i soldati francesi hanno operato in Somalia con attacchi segreti contro i Giovani Mujaheddin e i pirati che affollano il golfo di Aden. Secondo il New York Times, che ha provato a mettersi in contatto con un funzionario francese senza ricevere alcuna risposta, il coinvolgimento della Francia sarebbe la diretta conseguenza dell’uccisione di Marie Dedieu, la donna francese rapita il 1 ottobre in Kenya e poi portata in Somalia. La sua morte è attribuita agli al Shabaab, nonostante questi abbiano smentito qualsiasi coinvolgimento nel rapimento.
Al di là dell’uccisione della donna francese, l’intervento militare della Francia, con bombardamenti aerei e offensive di terra, appare come una dichiarazione di guerra contro gli al Shabaab. Ancora una volta Parigi viola la sovranità territoriale di un Paese africano. Il tutto, secondo alcuni quotidiani internazionali, dal New York Times al Washington Post, farebbe parte di un “piano internazionale”, dove gli Stati Uniti e l’Italia – che finanzia e sostiene il governo di transizione somalo – hanno un ruolo di primo piano.
Si parla di “forti pressioni Usa” sul Kenya affinché intervenisse in qualche modo nel conflitto. Il coinvolgimento di Washington nella guerra in Somalia è noto. Tuttavia, due alti funzionari statunitensi a Washington hanno sostenuto al New York Times, che “né i marines né la Central Intelligence Agency hanno effettuato raid aerei in Somalia negli ultimi giorni”. La settimana scorsa era invece circolata la voce di bombardamenti Usa nel sud della Somalia.
Dal 1993, anno in cui le forze armate Usa furono costrette a ritirarsi dalla Somalia poco dopo la battaglia di Mogadiscio nota con il nome di Black Hawk down, gli Stati Uniti – a parte le incursioni aeree mirate – non hanno più messo piede in Somalia, lasciando il lavoro sporco ai loro alleati africani: Uganda, Etiopia ed ora Kenya. Solo nel 2006 i soldati statunitensi hanno sostenuto l’invasione delle truppe etiopi in Somalia contro gli al Shabaab, che avevano preso il controllo del Paese. Un’occupazione che risultò un fallimento su tutti i fronti, inimicandosi la popolazione somala.
Ora, però, i tempi sembrano cambiati. Washington può infatti contare sull’aiuto della Francia che negli ultimi tempi non si fa tanti problemi a calpestare il diritto internazionale, scatenando guerre in Africa, alzando i toni contro la Siria e l’Iran, violando i diritti umani qui e là. La Francia di Nicolas Sarkozy ricorda tanto gli Stati Uniti belligeranti dell’ex presidente George W. Bush, che in nome dell’ “export” della democrazia portò la guerra in Iraq e in Afghanistan.
Intanto, da Addis Abeba dove si è riunita nei giorni scorsi, l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad) ha chiesto all’Onu di imporre una “no-fly zone” sulla Somalia per favorire la lotta contro gli al Shabaab. In un comunicato diffuso al termine del vertice, l’organismo regionale dell’Africa orientale ha chiesto un blocco aereo e navale, specialmente nello specchio d’acqua di fronte il porto di Chisimaio, principale fonte di reddito per i Giovani Mujaheddin. Nei giorni scorsi addirittura l’Unione Africana aveva “compreso” l’offensiva del Kenya.
La lotta uno contro tutti – al Shabaab contro Francia, Stati Uniti, Italia, Etiopia, Uganda, Kenya – continua senza intoppi. O quasi. È di ieri la notizia che l’esplosione di una bomba nella discoteca Mwauras a Nairobi ha causato la morte di 14 persone. Le forze di polizia keniote hanno attribuito l’attacco ai militanti islamici somali, che avevano minacciato ritorsioni contro il Kenya.
L’ambasciata Usa, sabato, aveva lanciato l’allarme per possibili “attentati terroristici” contro i “ritrovi” degli stranieri, come “centri commerciali e discoteche”.

tratto da:  stampalibera

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