Ancora incerti, ma ottimisti, sul risultato del referendum, tutti gli Italiani che hanno espresso il proprio “sì” al quesito relativo all’abrogazione del piano nucleare, sono consapevoli di essere molto vicini ad un passo fondamentale come quello di un futuro imminente energetico senza l’aiuto dell’uranio nel proprio paese per i vari motivi che abbiamo già indicato.
Un passo fondamentale, quindi, sta per essere compiuto, nonostante la minaccia nucleare sia sempre costante nel nostro Paese.
Servirà molto più di una raccolta firme e non basterà un referendum, infatti, per riuscire a smantellare le novanta testate nucleari che l’Italia ospita da tempo. Già, perchè sul nostro territorio sono allocate circa novanta “bombe atomiche”, ognuna delle quali è potenzialmente molto più distruttiva di quella che il signor Paul Tibbets usò per annientare oltre centomila giapponesi in un colpo solo ad Hiroshima nel 1945. La presenza di questi novanta “ordigni” è regolata da accordi vidimati da segreto di stato su cui l’alone di mistero era ben addensato fino a qualche anno fa, quando Hans Kristensen (specialista del Natural Resources Defense Council (NRDC), autore di un rapporto sulle armi atomiche in Europa) ha deciso di rivelare qualcosa più di piccoli particolari sulla questione.
Secondo questa attendibile fonte, infatti, sono ben 481 le testate nucleari dislocate in Germania, Gran Bretagna, Italia, Belgio, Olanda e Turchia. Solo nel nostro Paese ne sarebbero presenti 50 nella base di Aviano e altre 40 in quella di Ghedi Torre, in provincia di Brescia. Sono quasi tutte del tipo indicato dal Pentagono come B 61, che non si presta ad essere montato su missili ma può essere sganciato da cacciabombardieri.
Le testate nucleari che ospitiamo, infatti, sono complessivamente di tre modelli: B 61 -3, B 61 – 4 e B61 – 10. Il primo ha una potenza massima di 107 kiloton, dieci volte superiore all’atomica di Hiroshima, il secondo modello ha una potenza massima di 45 kiloton e il terzo di 80 kiloton.
Gli altri Paesi europei come Germania, Belgio e Paesi Bassi, però, hanno da tempo ufficialmente richiesto al governo Americano lo smantellamento di queste testate; la stessa richiesta è stata già effettuata con successo da Danimarca, Islanda ed anche Canada le quali, a loro volta, avevano sul proprio suolo potenziali ordigni di questo tipo.
Ma quali sono i motivi ufficiali? Perché abbiamo ancora sul nostro territorio queste minacce potenzialmente letali nonostante l’Italia abbia firmato e ratificato il Trattato di non proliferazione nucleare che si basa sul disarmo, sulla vietata proliferazione e sull’uso pacifico del nucleare e che proibisce agli stati firmatari “non-nucleari” di procurarsi tali armamenti?
“Le ragioni di un arsenale nucleare così grande in Italia – ha spiegato Kristensen – sono nebulose e la stessa Nato non ha una strategia chiara. Le atomiche continuano a svolgere il tradizionale ruolo dissuasivo. Un’altra ragione è di tipo politico istituzionale: per l’Italia è importante continuare a fare parte degli organi di pianificazione nucleare della Nato, per non essere isolata in Europa. Altri paesi in Europa hanno lo stesso atteggiamento”.
Tra Italia e Stati Uniti esiste un accordo segreto per la difesa nucleare, rinnovato dopo il 2001. William Arkin, un esperto dell’associazione degli scienziati nucleari, ne ha rivelato recentemente il nome in codice: Stone Ax (Ascia di Pietra). Ognuna di queste bombe rappresenta un pericolo evidente e reale, comporta il rischio di incidenti oltre a rappresentare un potenziale bersaglio militare che metterebbe in grave rischio le popolazioni di una vasta area.
Tutto ciò senza considerare la scarsa forma di sicurezza cui sono sottoposte queste zone ad alto rischio: cinque anni fa, fu proprio un gruppo di attivisti a dimostrare ciò, improvvisando un picnic nei pressi limitrofi della base di Ghedi con successiva infiltrazione all’interno della zona militare per avvalorare l’inefficienza delle misure di sicurezza della stessa. Ci volle, infatti, mezz’ora prima che gli stessi fossero identificati dai controlli.
Il test in questione fu documentato dalla trasmissione “Falò” in onda sulla televisione svizzera italiana. Ovviamente, cosa ve lo dico a fare, il documento non fu mai riportato come informazione con rilevanza primaria dai mass media italiani: la maggior parte della popolazione sarebbe venuta a conoscenza di avere delle testate nucleari praticamente in giardino. Chissà che prossimamente questi simpatici ordigni non siano esposti al fianco di piscine, gazebo e piante grasse.
Che siano maledetti questi svizzeri, sempre così precisi su tutto!
Mappa della basi U.S.A. in Italia:
1. Cima Gallina [Bz]. Stazione telecomunicazioni e radar dell’Usaf.
2. Monte Paganella [Tn]. Stazione telecomunicazioni Usaf.
3. Aviano [Pn]. La più grande base avanzata, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni dell’Usaf .
4. Roveredo [Pn]. Deposito armi Usa.
5. Rivolto [Ud]. Base USAF.
6. Maniago [Ud]. Poligono di tiro dell’Usaf.
7. San Bernardo [Ud]. Deposito munizioni dell’Us Army.
8. Trieste. Base navale Usa.
9. Camp Ederle [Vi]. Quartier generale della Nato e comando della Setaf della Us Army.
10. Vicenza: Comando Setaf. Quinta Forza aerea tattica [Usaf]. Probabile deposito di testate nucleari.
11. Tormeno [San Giovanni a Monte, Vi]. Depositi di armi e munizioni.
12. Longare [Vi]. Importante deposito d’armamenti.
13. Oderzo [Tv]. Deposito di armi e munizioni
14. Codognè [Tv]. Deposito di armi e munizioni
15. Istrana [Tv]. Base Usaf.
16. Ciano [Tv]. Centro telecomunicazioni e radar Usa.
17. Verona. Air Operations Center [Usaf ]. e base Nato delle Forze di Terra del Sud Europa.
18. Affi [Vr]. Centro telecomunicazioni Usa.
19. Lunghezzano [Vr]. Centro radar Usa.
20. Erbezzo [Vr]. Antenna radar Nsa.
21. Conselve [Pd ]. Base radar Usa.
22. Monte Venda [Pd]. Antenna telecomunicazioni e radar Usa.
23. Venezia. Base navale Usa.
24. Sant’Anna di Alfaedo [Pd]. Base radar Usa.
25. Lame di Concordia [Ve]. Base di telecomunicazioni e radar Usa.
26. San Gottardo, Boscomantivo [Ve]. Centro telecomunicazioni Usa.
27. Ceggia [Ve]. Centro radar Usa.
28. Ghedi [Bs]. Base dell’Usaf, stazione di comunicazione e deposito di bombe nucleari.
29. Montichiari [Bs]. Base aerea [Usaf ].
30. Remondò [Pv]. Base Us Army.
31. Cameri [No]. Base aerea Usa con copertura Nato.
32. Candelo-Masazza [Vc]. Addestramento Usaf e Us Army, copertura Nato.
33. La Spezia. Centro antisommergibili di Saclant [vedi 35 ].
34. Finale Ligure [Sv]. Stazione di telecomunicazioni della Us Army.
35. San Bartolomeo [Sp]: Centro ricerche per la guerra sottomarina.
36. Monte San Damiano [Pc]. Base dell’Usaf con copertura Nato.
37. Monte Cimone [Mo]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
38. Parma. Deposito dell’Usaf con copertura Nato.
39. Bologna. Stazione di telecomunicazioni del Dipartimento di Stato.
40. Rimini. Gruppo logistico Usa per l’attivazione di bombe nucleari.
41. Rimini-Miramare. Centro telecomunicazioni Usa.
42. Potenza Picena [Mc]. Centro radar Usa con copertura Nato.
43. Camp Darby [Pi]. Il Setaf ha il più grande deposito logistico del Mediterraneo.
44. Coltano [Pi]. Importante base Usa-Nsa per le telecomunicazioni.
45. Pisa [aeroporto militare]. Base saltuaria dell’Usaf.
46. Talamone [Gr]. Base saltuaria dell’Us Navy.
47. Poggio Ballone [Gr]. Tra Follonica, Castiglione della Pescaia e Tirli: Centro radar Usa.
48. Livorno. Base navale Usa.
49. Monte Giogo [Ms]. Centro di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
50. La Maddalena – Santo Stefano [Ss]. Base atomica Usa, base di sommergibili.
51. Monte Limbara [tra Oschiri e Tempio, Ss]. Base missilistica Usa.
52. Sinis di Cabras [Or]. Centro elaborazioni dati [Nsa].
53. Isola di Tavolara [Ss]. Stazione radiotelegrafica di supporto ai sommergibili della Us Navy.
54. Torre Grande di Oristano. Base radar Nsa.
55. Monte Arci [Or]. Stazione di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
56. Capo Frasca [Or]. Eliporto ed impianto radar Usa.
57. Santulussurgiu [Or]. Stazione telecomunicazioni Usaf con copertura Nato.
58. Perdasdefogu [Nu]. Base missilistica sperimentale.
59. Capo Teulada [Ca]. Da Capo Teulada a Capo Frasca [Or ], all’incirca 100 chilometri di costa.
60. Cagliari. Base navale Usa.
61. Decimomannu [Ca]. Aeroporto Usa con copertura Nato.
62. Aeroporto di Elmas [Ca]. Base aerea Usaf.
63. Salto di Quirra [Ca]. poligoni missilistici.
64. Capo San Lorenzo [Ca]. Zona di addestramento per la Sesta flotta Usa.
65. Monte Urpino [Ca]. Depositi munizioni Usa e Nato.
66. Roma. Comando per il Mediterraneo centrale della Nato.
67. Roma Ciampino [aeroporto militare]. Base saltuaria Usaf.
68. Rocca di Papa [Rm]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato, in probabile collegamento con le installazioni sotterranee di Monte Cavo
69. Monte Romano [Vt]. Poligono saltuario di tiro dell’Us Army.
70. Gaeta [Lt]. Base permanente della Sesta flotta e della Squadra navale di scorta alla portaerei “La Salle”.
71. Casale delle Palme [Lt]. Scuola telecomunicazioni Nato sotto controllo Usa.
72. Napoli. Comando del Security Force dei Marines.
73. Aeroporto Napoli Capodichino. Base aerea Usaf.
74. Monte Camaldoli [Na]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
75. Ischia [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
76. Nisida [Na]. Base Us Army.
77. Bagnoli [Na]. Sede del più grande centro di coordinamento dell’Us Navy.
78. Agnano [nelle vicinanze del famoso ippodromo]. Base dell’Us Army.
79. Cirigliano [Mt]. Comando delle Forze Navali Usa in Europa.
80. Licola [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa.
81. Lago Patria [Ce]. Stazione telecomunicazioni Usa.
82. Giugliano [vicinanze del lago Patria, Na]. Comando Statcom.
83. Grazzanise [Ce]. Base saltuaria Usaf.
84. Mondragone [Ce]: Centro di Comando Usa e Nato sotterraneo antiatomico.
85. Montevergine [Av]: Stazione di comunicazioni Usa.
86. Pietraficcata [Mt]. Centro telecomunicazioni Usa e Nato.
87. Gioia del Colle [Ba]. Base aerea Usa di supporto tecnico.
88. Brindisi. Base navale Usa.
89. Punta della Contessa [Br]. Poligono di tiro Usa e Nato.
90. San Vito dei Normanni [Br]. Vi sarebbero di stanza un migliaio di militari americani.
91. Monte Iacotenente [Fg]. Base del complesso radar Nadge.
92. Otranto. Stazione radar Usa.
93. Taranto. Base navale Usa. Deposito Usa e Nato.
94. Martinafranca [Ta]. Base radar Usa.
95. Crotone. Stazione di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.
96. Monte Mancuso [Cz]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
97. Sellia Marina [Cz]. Centro telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
98. Sigonella [Ct]. Principale base terrestre dell’Us Navy nel Mediterraneo centrale.
99. Motta S. Anastasia [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
100. Caltagirone [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
101. Vizzini [Ct]. Diversi depositi Usa.
102. Palermo Punta Raisi [aeroporto]. Base saltuaria dell’Usaf.
103. Isola delle Femmine [Pa]. Deposito munizioni Usa e Nato.
104. Comiso [Rg]. La base risulterebbe smantellata.
105. Marina di Marza [Rg]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
106. Augusta [Sr]. Base della Sesta flotta e deposito munizioni.
107. Monte Lauro [Sr]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
108. Sorico [Co]. Antenna Nsa.
109. Centuripe [En]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
110. Niscemi [Cl]. Base del NavComTelSta [comunicazione Us Navy ].
111. Trapani. Base Usaf con copertura Nato.
112. Isola di Pantelleria [Tp]: Centro telecomunicazioni Us Navy, base aerea e radar Nato.
113. Isola di Lampedusa [Ag]: Base della Guardia costiera Usa. Centro d’ascolto e di comunicazioni Nsa.
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