E se sapessimo che nei mangimi dati agli animali di cui ci nutriamo vi è sempre in grande abbondanza la soia trangenica?
Nessuno si è chiesto o si chiede perchè non nascono più bambini in Italia?
http://www.criticamente.it/salute/19984-la-televisione-tedesca-racconta-gli-orrori-ogm
“Un diffuso inquinamento ambientale, una agricoltura avvelenata e contaminata; innumerevoli lesioni, deformità e morti tra gli esseri umani: questi e molti altri gli eventi orribili quale risultato dei raccolti OGM (geneticamente modificati) e della soya OGM in particolare.
Un recente documentario inchiesta trasmesso in una televisione tedesca ha mostrato la massiccia distruzione causata dalla coltivazione di soya OGM ed ha allertato i consumatori su come la catena del cibo sia più carica di materiali OGM di quanto si possa pensare.
In Germania e in tutta l’Europa (EU), i prodotti alimentari che contengono OGM devo essere accuratamente etichettati. Di conseguenza sono pochi i prodotti OGM sugli scaffali, poiché una volta avvisati della loro presenza, i consumatori quasi all’unanimità li rifiutano. Ma ciò che molti non riescono a comprendere, sia in EU che in USA, è che il bestiame convenzionale è spesso nutrito di grano e soya OGM, che alla fine finisce comunque sugli scaffali dei negozi in forma di carne, latte e uova
convenzionali.
Il documentario tedesco però va oltre, mettendo il luce l’altro danno causato dalla soya OGM, inclusi molti casi di avvelenamento che sono avvenuti in aree dove quest’utima è coltivata. Soprattutto in Sudamerica, da cui provengono la maggior parte dei 41 milioni di tonnellate annue di soya consumate in EU, alcuni residenti in aree OGM sono avvelenati, paralizzati se non uccisi al contatto con l’erbicida ROUNDUP della Monsanto, noto anche come glifosato nonchè da altre applicazioni usate nelle coltivazioni OGM.
“Prima dell’avvelenamento, eravamo una famiglia felice”, dice una giovane ragazza, Sofia, che vive con la sua famiglia vicino ad un campo di soya OGM dove vengono fatte molte applicazioni di Roundup.
“Avevamo le nostre piante e alberi da frutta, ma le abbiamo perse tutte, incluso il mio fratello”. Continua dicendo che suo figlio era nato con malformazioni e che i medici le hanno detto di non avere più figli nei prossimi dieci anni, perchè nascerebbero con malformazioni.
Sofia però non è la sola. Ci sono numerosi casi di disturbi e di malformazioni alla nascita che sono state riportate in tutto il Sud America come un risultato della coltivazione OGM. Ed il problema sta solo peggiorando in modo esponenziale.
Secondo le ricerche, la produzione di soya OGM è aumentata di 35 volte tra il 1996 e 2003 e tra queste date, l’uso del Roundup sono aumentate di un agghiacciante 5600 percento, poiché i contadini ogni anno devono applicare sempre maggiori quantità di erbicida per renderlo funzionante. In aggiunt al Roundup, ora devono applicare anche l’acido 2,4-diclorofenossiacetico (2,4-D) altamente tossico, che è noto per causare danni neurologici ed infiammazioni croniche.
I test eseguiti sui glifosati hanno rivelato che tali sostanze chimiche inibiscono un adeguato sviluppo cerebrale, cosa che sembra spiegare perfettamente perché Magui Arguello di Buenos Aires, Argentina, è nata con problemi mentali. Come molti altri in aree simili, che sono passati attraverso simili problemi, i genitori di Magui dicono che il tutto è da imputarsi all’uso delle tossine pericolose nell’agricoltura OGM.
Il documentario porta alla luce la sporca realtà delle coltivazioni della soya OGM e il modo in cui il raccolto è “discretamente” usato in tutta la catena alimentare. Persino in Europa, dove i consumatori respingono grandemente gli OGM, la soya OGM è tranquillamente usata per nutrire il bestiame in modo convenzionale. Poiché i prodotti alimentari che derivano da animali nutriti ad OGM tecnicamente non devono essere etichettati come tali (ossia contenenti OGM), la più parte dei consumatori non ha idea che questi sono invece presenti”
Fonte originale: gatheritall.gather.com
Traduzione a cura di: Cristina Bassi
Fonte: saluteolistica.blogspot.com
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