Televisione, manipolazione, social media. Fobie, terrorismo psicologico, crisi economica mondiale e disinformazione martellante: “La guerra
è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”. «Non è affatto
una coincidenza che oggi ci vengano dette queste stesse cose, e di
continuo». Le scrisse nel lontano 1948 lo scrittore inglese George
Orwell: «Lo Stato orwelliano del Grande Fratello è tra noi, ora, con un
Programma volto a imporre soppressione e controllo in dosi sempre più
massicce, fino all’instaurazione delle tecniche più estreme», sotto gli
slogan che dominano un mondo ridotto a puro incubo totalitario. Sono
passati più di sessant’anni da quando Orwell pubblicò il suo romanzo
profetico, “1984”. E alla luce degli eventi odierni, sostiene il blog “Informare per Resistere”,
non c’è momento migliore per ricordare a noi stessi che ci stiamo
rapidamente dirigendo verso l’allucinazione così magistralmente
descritta in quel libro.
«Il Grande Fratello di Orwell può anche non esistere – scrive il
blog, sintetizzando la trama del romanzo – ma alla gente viene propinata
la storia della
sua lotta per salvarle dal terrorista Emanuel Goldstein, la presunta e
primaria minaccia al mondo “libero”». Goldstein è stato alleato al
Grande Fratello durante la “rivoluzione”, narra la storia, ma si dice
che sia diventato una parte integrante della confraternita, la
“Resistenza” («vedi al-Qaeda, Osama Bin Laden e chiunque le autorità
incolperanno per i prossimi atti terroristici di cui invece sono in
prima persona responsabili»). Orwell lascia intuire che anche Goldstein
non esiste, o che è stato eliminato, ma «fintanto che la popolazione
crede nella sua esistenza e nella sua complicità negli atti
terroristici, sosterrà le azioni intraprese dal governo per proteggere
la gente da lui e dai suoi attacchi». Scoppia la Terza Guerra Mondiale, con centinaia di bombe atomiche sganciate sull’Europa, sulla Russia sull’America. E’ l’apocalisse della crisi:
«Il tenore di vita è spaventoso, perché si è giunti a capire che una
popolazione povera e bisognosa è più facile da controllare rispetto a
uno che vive nell’abbondanza».
Giunti al fatidico 1984, la Pista Uno (Gran Bretagna) diventa uno
Stato in mano alla polizia e null’altro che una provincia dell’enorme
Oceania (Unione Europea?). Il popolo è segregato in tre classi, l’ultima
delle quali è rappresentata dai Prolet, controllati da quattro
ministeri-chiave all’interno di potenti strutture a piramide. «I nomi
dei ministeri sono in linea con la manipolazione orwelliana basata sulla
legge del linguaggio, che lui chiama Neolingua». Un lessico che impone
di chiamare ogni cosa con un nome che sia esattamente l’opposto della
sua reale funzione: il Ministero della Pace ha il compito di assicurare
guerre continue, mentre il Ministero dell’Abbondanza, responsabile del
controllo del cibo, organizza la penuria di beni essenziali tramite il
razionamento. Poi c’è il Ministero della Verità, che ha il controllo
della propaganda proprio per impedire alle persone di arrivare a conoscerla, la verità. Infine, il Ministero dell’Amore, che si incarica di torturare i dissidenti fino a costringerli ad “amare” il Partito-sistema.
Il protagonista del romanzo è Winston Smith, un profugo della civiltà
preesistente che sopravvive tra le rovine di Londra: il Ministero della
Verità lo incarica di riscrivere i documenti storici, per conformarli
alla versione ufficiale stabilita dal Partito. «Il concetto è quello di
fare in modo che il “passato” corrisponda all’espediente politico
necessario a giustificare le azioni in corso: Winston, invece, vuole
conoscere la storia vera e cerca di svelare la verità proibita (vedi
Julian Assange) e tiene anche illegalmente un diario di ciò che accade
(vedi Wikileaks)». Mentre lavora al ministero incontra Julia, una
ragazza addetta alle “macchine scrivi-romanzi” con la quale inizia una
relazione – clandestina, perché l’amore non è ammesso: «Il sesso
praticato per piacere viene scoraggiato e impiegato soltanto al fine di
procreare nuovi membri del Partito». Winston e Julia sono costretti a
incontrarsi lontano dalle telecamere di sorveglianza, ma vengono
sorpresi e arrestati dalla Psicopolizia, che torturerà Winston
sfruttando la sua istintiva paura dei topi.
Il capolavoro del romanzo di Orwell, sostiene “Informare per
Resistere”, resta l’invenzione della Neolingua, che si basa sulla
seguente premessa: meno parole sono disponibili, e meno efficacemente è
possibile esprimere il proprio punto di vista. La Neolingua elimina o
svuota le parole-chiave: libertà intellettuale, cambiamento. «Coloro che
si oppongono alla “globalizzazione” (la centralizzazione del potere
globale e l’abuso criminale nei confronti dei popoli o dei paesi più
poveri), vengono chiamati “anarchici” o “dimostranti anti-capitalisti”»,
mentre in realtà si oppongono alla concorrenza sleale basata sul
sopruso. «Chi la pensa diversamente, o mette in dubbio le fondamentali
insensatezze su cui si basa la gestione del mondo, viene etichettato con
il nome di “estremista”: se vi opponete all’ingiustizia siete un
“militante”», mentre, paradossalmente, «un “tutore della pace” è
qualcuno che occupa un’altra nazione, e il “processo di pace” è un mezzo per rabbonire un popolo oppresso nel tentativo di impedirgli di opporsi all’oppressione».
Scrive Orwell: «La mente dovrebbe produrre un buco nero ogni
qualvolta vi si affacci un pensiero pericoloso». Meglio assecondare
prudentemente il Partito, anche quando assicura che «la Terra è piatta».
Il principio, annota il blog, si può applicare a chiunque abbia votato
Bush, Obama, Blair, Berlusconi,
o abbia dato il proprio sostegno all’invasione in Iraq o in
Afghanistan. Orwell dice che sul finire del XX secolo la tecnologia
sarebbe stata guidata da due cose: «La guerra
e il desiderio di determinare il pensiero di un altro essere umano». Ed
eccoci qua, infatti: «Tutto ciò che fate sul vostro computer, i siti in
cui navigate o le vostre comunicazioni, viene registrato e lo stesso
per le telefonate. Le leggi che permettono di farlo legalmente aumentano
di mese in mese e sono tutte giustificate dalla finta “lotta al
terrorismo” derivata dalla finta versione dei fatti dell’11 Settembre».
Con buona pace dei cosiddetti “valori occidentali” imposti al resto del
mondo, travestiti da libertà e democrazia.
La menzogna, scrisse Orwell ormai sessant’anni fa, è «in costante
posizione di vantaggio rispetto alla verità». Tombola: «Anche oggi
vediamo i programmi “antiterroristici” orwelliani introdotti per
incoraggiare e ricompensare quei cittadini che si sorvegliano a vicenda e
che denunciano alle autorità i loro vicini, colleghi, clienti e anche
compagni di studi: tutto questo proviene direttamente da “1984”»,
conclude “Informare per Resistere”. «Quando uscirete di casa e girerete
per la città, piccola o grande che sia, praticamente tutto ciò che
farete verrà osservato e filmato. Poi accadrà anche dentro casa vostra,
come Orwell aveva previsto». Scrive il grande romanziere britannico: «Se
volete farvi un’idea del futuro, immaginate uno scarpone che calpesta una faccia, per sempre».
fonte: libreidee.org
domenica 23 dicembre 2012
2 commenti:
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Ciao Zak,il mondo è pieno di menzogne,ma è anche vero che c'è qualcosa che fermenta e che prima o poi nascerà prima o poi,io spero nel 2013.Buon Natale e...
RispondiElimina…………(¯`O´¯)
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Graaazie Erb veramente bello sei il michelangelo della tastiera, tantissimi auguri anche a te
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