« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »

GUSTAVO ADOLFO ROL



martedì 6 dicembre 2011

Pensieri







Ultimamente mi son sorpreso a chiedermi sulla relazione tra esseri umani e le cose che ci circondano e il suo destino.

L’essere umano molto tempo fa era connesso a tutte le cose che ci circondano tramite l’energia vitale che permea e avvolge tutte le cose e non poteva essere altrimenti, viveva in sintonia e vibrava in armonia con la vibrazione dell’universo.

A un certo punto c’è stata una scissione, per diversi motivi tra i quali il potere, il dominio  abbiamo cessato di essere in armonia e siamo diventati distruttori.

Hanno scoperto che la tecnologia, usata fine a se stessa, poteva renderci  ebeti, dividerci, con un  lavaggio del cervello senza precedenti alcuni ricercatori hanno stabilito che il volume del nostro cervello è in regressione cioè sta rimpicciolendo, un motivo ci sarà, forse non viene più usato per ricercare, porsi domande.

Invece una domanda ce la dovremmo porre, perché succede tutto questo? Forse perché i tempi son maturi per quella cricca che vuole dominarci, renderci schiavi, ci avevano già provato ma qualche cosa è andata storta, forse il mondo era troppo grande ma ora grazie alla “globalizzazione” è diventato più piccolo, la tecnologia mediatica ha raggiunto ogni angolo del pianeta, e l’istupidimento delle masse ha raggiunto livelli macroscopici, l’aria è satura di veleni sia visibili (scie chimiche) che invisibili, onde elettromagnetiche, microonde (haarp) siamo pieni di torri Elf, per telecomunicazione forni a microonde e chissà quante altre schifezze, con l’intento di scombinare i nostri piani energetici e allontanarci sempre di più dalle frequenze in cui si muove l’universo.

Ma qualche cosa è andata storta anche ora, è in atto una sorta di risveglio delle coscienze, e non lo dico solo io, sempre più incontro persone che anche a livello inconscio sentono una sorta di cambiamento, che sente, come l’animale sente il pericolo, che c’è qualche cosa che non và, che c’è di più oltre quello che vedono i nostri occhi o che vogliono che vediamo, il nostro cervello interpreta i segnali elettrici che giungono dagli occhi ma un cervello è come un computer e può essere programmato, ma può essere anche deprogrammato ed è quello che sta succedendo ora.

Sempre più dottori della medicina ufficiale iniziano a riconoscere che la mente influenza la materia, in parole povere il corpo guarisce.
Siamo drogati di 21° secolo, telefonini, computer, social network, internet, tutte cose utili per carità, ma usate per isolarci nelle nostre case, non comunichiamo più se non tramite le tastiere, ma non possiamo comunicare le nostre emozioni, le sensazioni in altre parole viene uccisa l’empatia.

Empatia da wikipedia

La parola deriva dal greco "εμπαθεια" (empateia, a sua volta composta da en-, "dentro", e pathos, "sofferenza o sentimento"),[1] che veniva usata per indicare il rapporto emozionale di partecipazione che legava l'autore-cantore al suo pubblico.
Il termine "empatia" è stato equiparato a quello tedesco Einfühlung.[2] Coniato, quest'ultimo, dal filosofo Robert Vischer (1847-1933) e, solo più tardi, tradotto in inglese come empathy. Vischer ne ha anche definito per la prima volta il significato specifico di simpatia estetica. In pratica il sentimento, non altrimenti definibile, che si prova di fronte ad un'opera d'arte. Già suo padre Friedrich Theodor Vischer aveva usato il termine evocativo einfühlen per lo studio dell'architettura applicato secondo i principi dell'Idealismo.[3]
Nelle scienze umane, l'empatia designa un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da uno sforzo di comprensione intellettuale dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale. Fondamentali, in questo contesto, sia gli studi pionieristici di Darwin sulle emozioni e sulla comunicazione mimica delle emozioni, sia gli studi recenti sui neuroni specchio scoperti da Giacomo Rizzolatti, che confermano che l'empatia non nasce da uno sforzo intellettuale, è bensì parte del corredo genetico della specie. Si vedano al proposito anche gli studi di Daniel Stern.

Nell'uso comune, empatia è l'attitudine a offrire la propria attenzione per un'altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della relazione si basa sull'ascolto non valutativo e si concentra sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro.

Ma lo ripeto, sta cambiando e questi strumenti gentilmente offerti da quelli che ci vogliono schiavi posso essere usati contro di loro.

Dobbiamo rompere le catene che ci imprigionano, ma queste catene non si vedono, sono nella nostra mente ed è per questo che è più difficile ma non impossibile.

 Il mio non è un discorso contro la tecnologia ma contro l’uso che ci viene imposto, l’evoluzione non è avere l’ultimo modello di telefonino se ciò ci rende ancora più ciechi verso quello che ci circonda ma parlerei di de-evoluzione.

L’evoluzione è quando abbiamo la capacità di renderci in armonia con tutto, di comprendere con umiltà che siamo tutti una sola cosa, energia.

Sono convinto che un cambiamento ci sarà, ma non sarà un passaggio indolore ma la forza per superarlo è in noi ed è lì che dobbiamo cercarla.

Zak

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