
Probabilmente, a giustificare con tanta arguzia la morte dei merli americani sono gli stessi intelligentoni che spiegavano come i cerchi nel grano fossero dovuti ai ricci in amore.

Vedendo come le balene trainate in mare aperto si ostinano a ritornare sulla spiaggia, per raggiungere le altre ormai morte, alcuni hanno ipotizzato trattarsi di un caso di suicidio da parte di mammiferi evoluti come i cetacei. Se si trattasse veramente di suicidio, il primato dell’uomo che cerca di trovare mille differenze per dichiararsi superiore agli altri animali verrebbe insidiato, ma io non credo che nel caso dei cetacei spiaggiati si tratti di morte volontaria. Penso che invece qualcosa non funzioni nel loro cervello, al punto da annullare perfino l’istinto di conservazione. Pertanto, c’è da chiedersi cosa le fa impazzire fino a questo punto.
D’altra parte, fino a non molto tempo fa si parlava del suicidio dei lemming, in Norvegia, ovvero di quel fenomeno che si verifica ogni cinque anni e che porta nove lemming su dieci a migrare tutti nella stessa direzione, attraversando strade, campi e fiordi per buttarsi alla fine in mare e morire annegati. Quelli che non sono finiti prima sotto le macchine o non sono stati predati da volpi, lupi e civette delle nevi, ovviamente. Nel caso dei lemming – si è alla fine scoperto – si tratta di una migrazione suicida volta a riequilibrare in maniera drastica il numero dei membri della specie, prolifica come tutti i roditori.
Con le balene e i globicefali, questa spiegazione non regge, dato che i cetacei sono tutt’altro che prolifici e numerosi.

Continuare ad insistere dicendo che le acque basse disorientano i loro sistemi di orientamento, che seguono fino alla morte il loro capobranco o gettare la spugna ammettendo che gli scienziati brancolano nel buio sulle cause degli spiaggiamenti, significa distogliere l’attenzione dai veri responsabili. E questo è un comportamento ben conosciuto dai “complottisti” e che va sotto il nome di gatekeeper.
E’ talmente ovvio che c’è qualcuno che sta nascondendo la verità e non si assume le proprie responsabilità! Con l’aiuto di molti mass-media. Basti pensare che le balene vivono nei mari da milioni d’anni, non hanno mai avuto problemi di questo genere prima dell’invenzione del sonar e l’omertà delle forze armate nei confronti del proprio operato, condotto con la scusa della difesa dai nemici, è il paravento dietro cui si nascondono tutte le volte che le loro attività hanno ricadute spiacevoli sull’ambiente e sui cittadini.
Solo a distanza di molti anni, quando tutti gli interessati sono deceduti o non più in grado di fare causa in tribunale, si viene a sapere che l’esercito aveva condotto esperimenti sulla popolazione, mediante l’inoculazione di vaccini o l’aspersione di bacilli e altre sostanze da testare per usi bellici.
Gli americani lo hanno fatto in Guatemala, ma gli inglesi lo hanno fatto sulla loro stessa gente, a dimostrazione del fatto che nella logica militare la messa a punto di nuovi armamenti può passare benissimo sulla pelle dei propri concittadini. Anzi, esercito e polizia hanno per principio due nemici istituzionali: l’esterno e l’interno. Quando il primo latita, gli sforzi bellici s’indirizzano giocoforza sul secondo.

Ma attenzione, perché qui non si tratta solo della morte di talpe, nutrie o balene, giacché noi, non essendo né talpe, né nutrie, né balene, potremmo anche far finta di niente e disinteressarci della faccenda. Qui si tratta delle nostre stesse vite, messe a rischio quotidianamente con le scie chimiche. La mentalità è la stessa: il contadino irrora veleni nell’orto per uccidere le talpe; l’amministrazione comunale dissemina la città di esche anticoagulanti per uccidere i ratti e i vertici militari irrorano sali di bario e alluminio (tacendo di tutto il resto), per rendere l’atmosfera più conduttiva sul piano elettromagnetico.
La priorità del contadino, dell’assessore all’ambiente e del capo di stato maggiore è quella che si sono prefissi con la loro agenda e

Se fino a poco tempo fa ci arrampicavamo sugli specchi nel cercare di trovare una spiegazione alle scie chimiche, e finivamo anche per spiegarle con la pura e semplice cattiveria degli Illuminati, oggi sappiamo che esiste un’arma altamente sofisticata, che si avvale di satelliti e che permette di condurre battaglie a distanza, come se si trattasse di un videogioco. Basta un clic su un mouse e un razzo colpirà una grotta in Afghanistan a migliaia di chilometri di distanza da dove si trova l’operatore.
Questo tipo di armamenti già esiste, si chiama VTRPE (Variable Terrain Radio Parabolic Equation), ma è in fase di definitiva messa a punto. Si è visto infatti che la precisione dei sistemi di puntamento viene messa in crisi dall’umidità atmosferica. Affinché la mira sia precisa, c’è bisogno di eliminare l’umidità dell’aria, altrimenti i radar che fungono da sistema di puntamento potrebbero sbagliare il target di qualche centinaio di metri.
Come si fa ad eliminare l’umidità atmosferica? Niente di più facile: mediante il cloud seeding, l’inseminazione delle nubi. E’ così che sono nate le scie chimiche, alla fine degli anni Ottanta, quando ancora Ronald Reagan era presidente degli Stati Uniti. Da quell’epoca non hanno mai smesso e anzi hanno esteso le irrorazioni a tutti i paesi occidentali. In questo caso, come nessun pilota, né comandante di vario livello nella scala gerarchica, si preoccupa dell’impatto di tali irrorazioni sulla salute degli abitanti, così l’ultima delle preoccupazioni degli ammiragli che usano i sonar in alto mare, è se le balene siano in grado o meno di sopportare il frastuono dovuto agli ultrasuoni.

Sarebbe interessante se qualche veterinario facesse autopsie ai cetacei spiaggiati per verificare la presenza di lesioni nell’apparato uditivo, ma immagino che le pressioni che riceverebbe per non farle o per non divulgarne i risultati sarebbero notevoli. E, ancora meglio, sarebbe corretto che le autorità militari ammettessero le loro colpe e dicessero chiaramente che ai sonar non intendono rinunciare, ma non succederà mai perché l’orgoglio e l’arroganza sono insiti nella mentalità del guerriero, antico o moderno che sia.
Come ha spiegato di recente Massimo Mazzucco, e come stanno spiegando da anni i fratelli Marcianò, ormai la tesi che si tratti di scie di condensa anziché di scie chimiche, non è più sostenibile e verrà il giorno in cui i militari dovranno ammettere che si tratta di una loro operazione segreta. Segreta finché non decideranno che la gente sarà in grado di accettare la verità, senza ribellarsi all’autorità costituita. Così, verrà il giorno in cui non ci saranno più dubbi sulla causa di morte delle balene spiaggiate, perché i militari lo ammetteranno tranquillamente. Resta da vedere se, considerando anche la caccia condotta dal Giappone, quando verrà quel giorno, ci saranno ancora balene nei mari.
Roberto Duria
fonte: stampalibera
Links pertinenti:
http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=170134&sez=MONDO
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/1028109/nuova-zelanda-morte-di-massa-per-65-balene.shtml
http://attualita.tuttogratis.it/animali/balene-spiaggiate-in-tasmania-un-mistero-irrisolto/P123605/
http://indigo.splinder.com/archive/2005-01
http://punto-informatico.it/2475111/PI/News/us-navy-noi-contiamo-piu-dei-mammiferi-natanti.aspx
http://punto-informatico.it/2475111/PI/News/us-navy-noi-contiamo-piu-dei-mammiferi-natanti.aspx
http://www.appuntidigitali.it/3677/il-sonar-militare-rende-sordi-i-delfini/
http://www.ditadifulmine.com/2011/03/balene-spaventate-dai-sonar-militari.html
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