I pesci sono tra le sostanze più putrescibili esistenti in natura e gli
alimenti sono tanto più dannosi per l’alimentazione umana quanto più
rapida è la loro putrefazione; il pesce è carne grassa non adatta al
corpo umano. Nel pesce, come in tutti gli animali uccisi violentemente
dall’uomo e poi mangiati, vi è il terrore, l’angoscia, la paura
dell’animale accumulata durante la sua cattura, più e lunga e dolorosa è
la morte di un animale più è pregna di vibrazioni mortali, dannose per
la salute umana.
Nel pesce ci sono concentrazioni di cloruro di sodio che con la cottura
possono causare tumori gastrici, ritenzione idrica, il pesce contiene
diossine, piombo, cadmio, mercurio, il quale passa facilmente dal pesce
nell’organismo umano. Il mercurio è una potente neurotossina, in grado
di interferire nello sviluppo del cervello, riducendo l’intelligenza
specialmente dei bambini. I pesci sono ricchi di purine (sostanze
azotate che aumentano i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli
pesanti, dovuti all’inquinamento delle acque.
Il pesce contiene le stesse tossine delle carni e può causare, oltre i
danni della carne, parassitosi (tenia e ascaridi), asma, eczema,
prurito, allergie, malattie renali, danni al sistema nervoso, ecc.; può
anche trasmettere la salmonella, la cottura non è sufficiente a
scongiurare tali pericoli. Ben pochi potrebbero permettersi il lusso di
mangiare carne e pesce, senza i pesanti sussidi dello Stato e
dell’Unione Europea ad allevatori e pescatori.
Se le mamme sono state esposte ai pesticidi durante la gravidanza, i
loro bambini avranno un quoziente intellettivo più basso rispetto ai
figli di donne non esposte a queste sostanze, lo rivela uno studio
effettuato dall’Università di Barkley, in California e dal Mount Sinai
Medical Center e dalla Columbia University. A un aumento di 10 volte del
tasso di organofosfati rilevato durante la gravidanza, corrispondeva un
calo di 5,5 punti nel quoziente intellettivo (Qi) di bambini intorno ai
7 anni. I ricercatori californiani hanno valutato l’esposizione ai
pesticidi attraverso la misurazione dei metaboliti nelle urine e poi
hanno fatto il test del Qi su 329 bambini. Con i pesticidi, la mela non
si baca, ma si baca il cervello.
Le reazioni ossidative innescate dai processi metabolici, lasciano dei
residui chiamati radicali liberi, ogni giorno se ne producono
moltissimi, sono dei frammenti di molecole con uno o più elettroni
spaiati. A causa di tale squilibrio, i radicali liberi causano
nell’organismo reazioni negative, come alterazione del DNA,
invecchiamento precoce, abbassamento delle difese immunitarie, Alzheimer
e Parkinson, patologie cardiovascolari, tumori, artrite reumatoide,
diabete, sclerosi laterale atrofica, ansia, depressione, calo di
energia, formazione di rughe e macchie sulla pelle.
Lo stress ossidativo può essere misurato con un esame ematico che valuta
il livello di antiossidanti, enzimi e acidi grassi polinsaturi,
essenziali per la salute delle cellule; i fattori scatenanti possono
essere farmaci, droghe, fumo, alcol, inquinamento, raggi UV, campi
elettromagnetici, microonde, malattie infettive, vaccini, depressione,
ansia, stress cronico, dieta scorretta. Gli enzimi antiossidanti della
frutta e della verdura, come il glutadione, la melatonina e la catalasi,
sono in grado di arginare i danni prodotti dai radicali liberi.
Al contrario, un eccesso di grassi animali, compresi i pesci grassi,
favorisce il processo ossidativo; non bisogna eccedere neppure con gli
oli vegetali e con la frutta secca, perché gli oli per loro natura
tendono ad alterarsi, a irrancidire anche nel nostro organismo, formando
radicali liberi; la presenza di vitamina E è una valida protezione. Da
non trascurare gli eccessi calorici, maggiore è la produzione di
calorie, più ossigeno si brucia, più si formano i radicali liberi;
inoltre, la cottura tende a distruggere gli antiossidanti benefici della
frutta e della verdura.
La medicina convenzionale è fondamentalmente sintomatologia, non
preventiva, perché la salute non rende mentre con la malattia si crea
anche dipendenza medica; i mezzi d’informazione non fanno aumentare
consapevolezza, conoscenza e responsabilità, la mancanza di cultura e di
pensiero critico della gente sono voluti. A causa della necessità di
pascoli per gli animali d’allevamento, il consumo di carne genera
aggressività e conflitti armati; genera la fame nel mondo, perché
l’alimentazione vegetariana, vista la limitazione della terra
coltivabile, sfamerebbe più persone; se tutti i terreni coltivabili
fossero utilizzati per produrre prodotti vegetali, si potrebbe sfamare
una popolazione molte volte superiore all’attuale.
Il 70% delle malattie umane è correlato all’alimentazione animale e il
75% della spesa sanitaria è assorbito dalle cure per neutralizzare gli
effetti di questa cattiva alimentazione; l’industria della carne è
quella che produce maggiore inquinamento del suolo, dell’acqua e
dell’aria. La desertificazione è in gran parte dovuta alla distruzione
delle terre fertili e delle foreste abbattute per adibirle a pascolo, il
che causa anche l’estinzione di specie animali e vegetali. Nel mondo,
oltre un miliardo di persone non usufruisce di acqua potabile, però il
quantitativo necessario di acqua per produrre un solo chilo di carne di
manzo va da 50.000 a 100.000 litri; l’industria della carne assorbe un
terzo dell’energia disponibile in Occidente.
L’alimentazione idonea al nostro organismo, oltre a dare all’individuo
buona salute corporea favorisce lucidità di pensiero e l’armonia
generale; il termine “vegetariano” deriva dalla radice sanscrita "Vag",
che significa gagliardo, da cui deriva il sostantivo latino Vigor, che
significa vigore, salute e l’aggettivo Vegetus, che significa sano,
pieno di vita. Il termine Vegetarianesimo fu coniato nel 1847 in
Inghilterra dalla Vegetarian Society, fondata da William Cowherd; nel
1920 nacque il fruttarismo, mentre nel 1944 fu coniato il termine vegan
da Donald Watron, che fondò a Londra la Vegan Society.
Ci sono popoli sulla terra che vivono solo di vegetali, come gli Hunza
del Kashmir, i Vilcabamba del Perù, che vivevano oltre 100 anni, godendo
ottima salute; gli indigeni del Monte Hagen, nella Nuova Guinea, che
godono anch’essi ottima salute e compiono notevoli sforzi fisici; i
Carani Guarani dell’America del Sud, che vivono con gioia e letizia, i
russi del Caucaso, gli indiani del Toda (India) e gli indios dello
Yucatan nel centro America. Questi popoli hanno in comune un’esistenza
all’aria aperta, aria pura, un’intensa attività fisica, sufficienti ore
di sonno, un’alimentazione frugale, cioè povera in calorie, proteine e
grassi, con largo consumo di frutta, verdure crude e cibi integrali; non
assumono farmaci e non soffrono di stress particolari.
Come confermano dagli studi della più recente ricerca biomedica
effettuati dal dott. Giuseppe Jerace, il nostro comportamento sarebbe
significativamente influenzato dal tipo e dalla qualità della
nutrizione; una dieta vegetariana favorirebbe forme comportamentali più
armonicamente socializzanti, come risultato di un migliore equilibrio
degli aminoacidi e delle vitamine apportate dal regime vegetariano.
La malattia si genera dall’intossicazione dell’organismo, cioè
dall’avvelenamento progressivo del corpo. Quando le tossine accumulate
superano le capacità dell’organismo di smaltirle e di neutralizzare i
loro effetti negativi, la parte geneticamente più debole è colpita e
insorge la malattia, con uno stato d’intossicazione cronica che avvelena
non solo il corpo ma anche la mente. Se s’ingerisce della droga, fumo,
caffè, alcol e alimenti incompatibili con la natura umana, viene a
instaurarsi una intossicazione organica, anche il cervello, nutrito con
sangue impuro, ne sopporta i danni.
Le proteine causano aumento di cortisolo nel sangue, con conseguente
calo della memoria; il celebre studioso Tennis J. Selkoe afferma che
quando nell’encefalo si accumulano quantità eccessive di proteina
amiloide, può insorgere la malattia di Alzheimer. Il cervello ha un
enorme effetto sulla chimica del corpo e sul funzionamento degli organi,
delle ghiandole e sul DNA, può far ammalare o guarire, ci riferiamo
allo stress e al sangue cattivo che alimenta il cervello.
Un professore della Harvard University ha dimostrato che la resistenza
ai virus e ai batteri era 300 volte superiore nei pazienti che
sperimentavano sentimenti di amore, gratitudine e apprezzamento. Il
glucosio è un carburante essenziale per il nostro cervello, che ne
consuma circa 200 gr al giorno per dare l’energia necessaria alla circa
200 miliardi di cellule con cui è formato. Questo combustibile è
ricavato solo ed esclusivamente dagli alimenti di origine vegetale.
Tra i più importanti neurotrasmettitori che agiscono sulla cellula
nervosa, vi sono il triptofano, la dopamina, la serotonina e altri; il
triptofano, per mezzo di un enzima, si converte in serotonina, l’ormone
del benessere. Il triptofano si trova nei semi, nei legumi, nella
verdura e nella frutta; assumendo questi alimenti, il neurotrasmettitore
serotonina favorisce il sonno, il superamento degli stati d’ansia e la
depressione.
Il Dottor Pier Luigi Rossi, specialista in scienza dell’alimentazione,
afferma che il triptofano, la cui presenza nel cervello è legata al tipo
di dieta seguita, genera la serotonina, il neurotrasmettitore della
gioia, della serenità e del gioco; gli alimenti vegetali influenzano la
concentrazione di triptofano nel cervello, aumentandone la disponibilità
a essere trasformato in serotonina. Invece con le proteine animali si è
colpiti da influenze, raffreddori, dolori articolari e altro, perché le
difese immunitarie sono messe a dura prova da alimenti considerati dal
nostro sistema immunitario degli aggressori.
L’alimentazione vegetale aumenta basicità del sangue e la resistenza
allo sforzo fisico, gli animali più forti e più pacifici sono
vegetariani. Eminenti scienziati, ricercatori e medici come H. Shelton,
B. Benner, Ehret, E. Diamond, L. Kervran, M. Schneider, L. R. Brown, A.
Mosserì, Collier J., A. D’Elia affermano che l’uomo non è strutturato
per mangiare proteine animali, ma dovrebbe alimentarsi di vegetali,
frutta e semi, come conferma l’anatomia comparata, soprattutto struttura
dei denti e dell’apparato digerente.
Coloro che seguono la dieta vegetariana, non solo non hanno carenze
nutrizionali, ma hanno una salute migliore degli onnivori; come
accertato dai più accreditati istituti scientifici di ricerca del mondo,
come l'American Dietetics Association, la dieta vegetariana e quella
vegana sono appropriate a qualunque fase della vita, compresa
l’infanzia. La carne fa aumentare i livelli dell’aminoacido tirosina e
l’accumulo nel cervello di dopamina e adrenalina, che sono i due
neurotrasmettitori responsabili della grinta e dell’aggressività tipica
degli animali predatori.
Coloro che se ne nutrono, sono più inclini all’aggressività e alla
violenza; per contro, l’alimentazione vegetariana fa aumentare il ritmo
delle onde alfa connesse con il rilassamento neuromuscolare, favorendo
nell’individuo un senso di pace, di socievolezza e di gioia. Le
popolazioni vegetariane sono più inclini alla mitezza, vivono più a
lungo e sono immuni dalle peggiori malattie che flagellano il mondo
occidentale.
Le singole malattie si combattono quando sta bene tutto il corpo e la
mente, l’uomo è ciò che mangia e, in conformità a ciò che mangia, pensa e
si comporta; ciò che entra nel nostro organismo attraverso
l’alimentazione, l’acqua e l’aria, costruisce il nostro organismo. La
malattia si manifesta per mezzo del dolore, rende l’individuo inabile e
condiziona la sua mente; la malattia si sviluppa con l’intossicazione
progressiva dell’organismo.
L’equilibrio tra le parti del corpo tiene in vita il corpo, accade la
stessa cosa nell’universo, senza armonia tra le parti nulla di
costruttivo può esistere, la disarmonia porta alla distruzione e
all’estinzione. Gli studi della più recente ricerca biomedica effettuati
dal dr. Giuseppe Jerace confermano che il nostro comportamento è
influenzato dalla qualità della nutrizione; anche la mente e il pensiero
hanno effetto sulla chimica del corpo e sul funzionamento degli organi e
delle ghiandole, i pensieri possono far ammalare o guarire,
influenzando anche il DNA.
E’ possibile aumentare o diminuire certe funzioni cerebrali,
introducendo con la dieta certi aminoacidi in misura maggiore o minore
degli altri. Molto importante è l’aceticolina, da cui dipenderebbero
lucidità di pensiero e memoria, il cui precursore, la colina, si trova
nel lievito di birra, nei legumi, nel germe di grano e in tutti i semi
oleosi. Il cervello nutrito con sostanze pure acquista caratteristiche
positive, il pensiero si fa più lucido e penetrante, la mente si dilata,
aumenta la capacità di autocontrollo; si sviluppa un più alto livello
di consapevolezza, si ha maggiore resistenza nel lavoro mentale e
fisico, scompare lo stress e si riduce l’aggressività, con rilassamento
neuromuscolare del soggetto. Modificando la dieta, s’influisce anche sul
comportamento della persona.
La scelta degli alimenti influenza i comportamenti e le emozioni
quotidiane, la dottoressa Maria Cristina Polidori, del Dipartimento di
Geriatrica dell’Università di Bochum, afferma che esiste una forte
connessione tra alimentazione vegetariana e le difese antiossidanti
contro i radicali liberi, che le cattive abitudini alimentari aumentano
il rischio di un impoverimento cognitivo e tendono a causare demenza e
malattie degenerative dell’età.
Il cuore e lo stomaco, attraverso le cellule nervose, sono collegati al
sistema nervoso centrale, influiscono su aree del cervello e sugli stati
emotivi; tutti gli stati d’animo e le emozioni si riflettono su tutte
le cellule e le funzioni del corpo. Molti interventi medici possono
essere evitati se sono rimosse le cause emozionali che le hanno
generate; quando si subisce un attacco di panico, le ghiandole secernono
adrenalina e questa fa aumentare la pressione sanguigna, in genere,
sentimenti come l’odio, la gelosia, la paura possono arrivare a
provocare delle vere malattie.
L'alimentazione vegetariana è l'unica che consente la purificazione del
corpo, indispensabile alla salute fisica e al progresso morale. La carne
è il nutrimento più grossolano, in grado di ottundere la sensibilità; i
sensitivi sono stati tutti vegetariani, cibarsi di carne, impedisce la
meditazione, perciò tutti i grandi yogi indiani si astenevano dalla
carne. Secondo la concezione yoga, il corpo deve puntare alla purezza,
perché la condizione dello spirito dipende da quella del fisico.
Il valore biologico delle proteine è condizionato dalla presenza di
vitamine, sali minerali ed enzimi, l’organismo è una fabbrica di
proteine, è molto più facile eccedere il quantitativo necessario di
proteine, piuttosto che averne carenza. Il quantitativo proteico
necessario ad assicurare il ricambio cellulare è molto inferiore a
quello che comunemente si crede; nel 1963, un comitato di esperti della
Fao e dell’Oms stabilì il quantitativo necessario di 35 grammi il
giorno. Però le scuole igienistiche ANHS affermano che è sufficiente un
livello proteico di 11-25 grammi giornalieri, ricavabili dai vegetali;
oltre i 25 grammi, ha inizio il micidiale fenomeno dell’acidificazione
del sangue, foriero di tutte le malattie.
La proteina è una grossa molecola formata da centinaia di molecole più
piccole, gli aminoacidi; la sintesi degli aminoacidi si realizza ad
opera dei vegetali, dal regno vegetale è assunta la quota degli
aminoacidi essenziali senza i quali nessun animale, compreso l’uomo,
potrebbe sintetizzare proteine complete. Non è vero che le proteine
animali sono superiori a quelle vegetali, perché la proteina ingerita è
scissa dall’organismo in amminoacidi, che formeranno le proteine
specifiche della specie, per il rinnovo delle cellule e i processi
metabolici.
Proteine complete ad alto valore biologico sono quelle dei semi e dei
legumi, i vegetariani traggono le proteine di cui hanno bisogno dai
prodotti vegetali che, tra l’altro, contengono sostanze capaci di
ripulire le arterie dai grassi. Le proteine vegetali contengono i 9
aminoacidi essenziali, gli aminoacidi vegetali sono identici agli
aminoacidi di origine animale, l’eccellente salute dei vegani ne è la
prova.
Diversamente, gli animali erbivori non potrebbero costruire le loro
possenti masse muscolari; cereali e legumi forniscono tutti gli
aminoacidi necessari, i legumi sono ricchi in lisina, ma scarsi di
triptofano e metionina, invece i cereali sono scarsi in lisina ma ricchi
di triptofano e metionina. Un pasto di riso e fagioli, pertanto,
fornisce una proteina completa, la proporzione ideale è due terzi di
cereali e un terzo di legumi.
L’organismo non riesce a metabolizzare tutte le proteine della carne,
però riesce a utilizzare dalle patate una quantità di proteine 7 volte
maggiore di quella dalla carne, la percentuale proteica utilizzata dalla
frutta è addirittura del 100%, anche se essa ne è più povera dei
legumi. Le diete con alta quantità di proteine possono fornire eccessive
quantità degli aminoacidi solforati metionina e cisteina, per lo più
concentrati nei cibi animali, la loro demolizione causa acidificazione e
favorisce l’escrezione di calcio, cioè la decalcificazione ossea;
accade anche con l’eccesso di consumo di zucchero e di latte.
Gli aminoacidi delle proteine in eccesso, per essere eliminati, devono
essere privati dell’azoto che dà il cattivo odore a feci e urine, dopo
di che rimangono carbonio, idrogeno e ossigeno, utilizzati come
carboidrati o convertiti in grassi di deposito; le scorie prodotte dal
consumo eccessivo di proteine, affaticano il fegato e i reni e producono
malanni, al fegato tocca l’onere di trasformarle in urea e ai reni di
eliminarle. Ma se i reni non sono pienamente efficienti e la pelle non
soccorre con la sudorazione, l’organismo resta intossicato e, per
purificarsi, lega le proteine eccedenti alle pareti dei capillari, che
diventando più spesse o forma depositi di grasso.
Al contrario delle proteine di origine vegetale, le proteine animali
producono placche all’interno delle arterie; per compensare questa
situazione, l’organismo aumenta la pressione arteriosa e aumenta nel
sangue la quantità di calcio, che è un tampone antiacido, questo
meccanismo genera osteoporosi. Le proteine animali danno come prodotto
finale l’acido urico, che nei carnivori, è eliminato mediante l’enzima
uricasi; poiché l’uomo non possiede questo enzima, l’acido urico si
deposita nelle articolazioni sotto forma di urato di sodio, provocando
artrite, artrosi e la gotta; anche il consumo di latte, per carenza
dell’enzima lattasi dei lattanti, favorisce la decalcificazione ossea e
le allergie.
Bisogna avere più paura dell’eccesso di proteine che della loro
mancanza, che è molto difficile da ottenere, le popolazioni del mondo
industrializzato sono flagellate da patologie dovute all’eccesso di
proteine. In sei mesi dalla nascita, il bambino raddoppia il peso
corporeo e il volume del suo cervello, nutrendosi solo con il latte
materno, che ha una percentuale proteica intorno all’uno per cento,
perciò non ha bisogno di proteine animali.
La carne ha un contenuto proteico 20 volte superiore a quello del latte
della donna, una bomba proteica che affatica e compromette gli organi
depuratori. Solo la frutta e la verdura, soprattutto crudi, hanno la
medesima composizione chimico-biologica del latte materno, anche in
termini di proteine, e quindi risultano essere gli alimenti più
confacenti al bambino nella fase della crescita; è da tenere presente
che l’uomo è attratto dall’odore dei fiori, della frutta e dei campi, i
carnivori sono attratti dall’odore del sangue.
Se carne, pesci e derivati animali non sono necessari per la salute
degli adulti, tanto meno lo sono per i bambini; il bambino che è
iniziato dai genitori alla dieta vegana, cioè vegetariana integrale, è
predestinato alla buona salute, sarà un bambino sensibile, intelligente,
emotivamente equilibrato e soprattutto sano. Gli alimenti deputati a
sostituire il latte materno sono la frutta e la verdura e più tardi i
cereali integrali, le patate, i legumi ed i semi in genere.
Nessun animale ha necessità di mangiare di tutto, anzi in genere il
pasto degli animali allo stato naturale è fatto di una sola sostanza,
inoltre, non mangiano cibi cotti e non bevono latte da adulti, perciò in
natura sono più sani dell’uomo. Il carnivoro mangia solo carne,
l’erbivoro solo erba, il frugivoro solo frutta; invece l’uomo ha la
cattiva abitudine di mangiare di tutto, mischiando anche i cibi e
rendendo con ciò più difficile la loro digestione e loro assimilazione;
gli animali onnivori come gli orsi non mischiano i cibi.
Le malattie di cui sono soggetti i bambini derivano da errori
alimentari, da allattamento artificiale, da alimentazione industriale,
da zuccheri semplici, da proteine animali; i vegetali contengono tutti i
nutrienti, cioè calcio, ferro, proteine, carboidrati, vitamine, enzimi,
oli Omega 3, fibra, sali minerali organici o oligoelementi e acqua
biologica. Nessun mammifero, tranne l’uomo, consuma il latte di un’altra
specie e, in generale, non consuma latte da adulto; inoltre, il latte
vaccino è totalmente inadatto alla specie umana, per la sostanziale
differenza dei principi nutritivi tra il latte materno umano e quello
vaccino.
Il latte di mucca, rispetto a quello umano è circa 3 volte più ricco di
proteine e calcio; 4 volte più ricco di fosforo e sodio, mentre possiede
solo la metà del lattosio, cioè lo zucchero del latte, il carburante
del nostro cervello. Essendo privo di lattosio, il latte di mucca è
spesso causa di mancanza di apprendimento nei bambini; inoltre, se i
bambini cresciuti sono carenti di enzima lattasi, non possono
metabolizzare il lattosio del latte vaccino e perciò son o colpiti da
raffreddori, allergie, otite e altre patologie.
La presenza del latte nel seno della donna, la cui formula è identica al
succo di molta frutta, dipende dalla suzione, finché c’è suzione c’è
latte; in passato i bambini erano allattati al seno fino al 5°-6° anno
di vita, oggi L’OMS e l’Unicef consigliano come tempo ideale almeno 2
anni di allattamento. Carne, pesce, latte, zuccheri e loro derivati non
sono utili alla salute degli adulti e dei bambini.
L’American Dietetic Association, una delle più autorevoli organizzazioni
di esperti di nutrizione nel mondo, nel 2009 ha pubblicato la propria
posizione ufficiale sulla dieta, affermando che la dieta vegetariana è
salutare in tutte le fasi della vita. Il bambino raddoppia in 6 mesi il
peso corporeo e attua il massimo sviluppo del cervello con un
quantitativo proteico di circa l’1% del latte materno, quantitativi
proteici superiori espongono il bambino a ipertrofia renale,
acidificazione del pH, ipertensione, obesità e diabete.
Contemporaneamente al rispetto per gli animali, nei secoli passati
emerse l’importanza di una corretta alimentazione; allo scopo di
tutelare la salute, nel Rinascimento, Bartolomeo Sacchi parlò di come
conservare la salute attraverso una sana alimentazione, nel 1585 il
medico Castore Durante parlò di prevenzione e di terapia per mezzo di un
giusto stile di vita e di giusta alimentazione. Oggi sappiamo che la
carne è la prima causa delle patologie tumorali.
Nessuno avrebbe immaginato che nel giro di pochi decenni i vegetariani
in Italia sarebbero arrivati alla considerevole cifra di 7 milioni; gli
animalisti, oltre a contestare il cibo animale, sono anche contro
vivisezione e sperimentazione animale, contro la caccia, contro i
mattatoi, contro le corride, contro l’allevamento di animali da
pelliccia, contro le lotte tra animali e contro gli zoo. E’ una nuova
coscienza umana che va emergendo, è una rivoluzione culturale, sociale e
spirituale che, superando la visione antropocentrica, estende il
diritto alla vita dall’uomo agli altri esseri viventi.
C’è chi aderisce al movimento per amore degli animali, chi per ragioni
salutistiche; oggi occorre liberare gli animali dalla tirannia umana,
generalmente, ognuno di noi, prima di essere stato
vegetariano-animalista, è stato un mangiatore di animali o usava
prodotti sperimentati sugli animali; però la coscienza collettiva si sta
evolvendo in senso animalista, fino alla creazione di una nuova etica
universale della non violenza, gli animali non devono essere a uso e
consumo dell’uomo.
Però un albero non cresce in un giorno, occorre dare alla gente il tempo
di capire e maturare, l’evoluzione morale deve essere spontanea, mentre
le abitudini alimentari sbagliate sono state date nell’infanzia
dall’imprimatur materno. Il fine è la difesa dei diritti degli animali;
non è possibile raggiungere le vette della spiritualità, non in senso di
religiosità, se il corpo è nutrito con alimenti inadatti per la salute e
intrisi di dolore e di violenza; se l’anima, nel suo percorso
evolutivo, ha bisogno di una coscienza compassionevole, il cibo non deve
essere prodotto a danno di un altro essere vivente.
Per raggiungere la salvezza, gli Iniziati spirituali hanno dato massima
importanza all’alimentazione, escludendo la carne; Gesù, nel Vangelo
Esseno della Pace, ha detto “Non uccidete gli animali innocenti e non
mangiate la loro carne, mangiate solo i frutti degli alberi, il grano e
le erbe dei campi, ogni altro alimento proviene da Satana e porta al
peccato, alla malattia, alla morte”. Tutte le scuole di occultismo, per
preservare la purezza del corpo, bandiscono la carne, che ostacola la
sensibilità e le percezioni extrasensoriali.
Cibarsi di carne ostacola anche la meditazione, perché la carne degli
animali uccisi impedisce l’armonia con l’universo, tutti i grandi yogi
indiani si astenevano dalla carne; la purezza del corpo dipende dal tipo
di alimentazione. Gli inquinanti e le tossine, derivanti anche dal cibo
animale, oltre ad essere dannosi per l’organismo, rendono più difficile
il raccordo con l’universo; la carne degli animali uccisi emana
radiazioni di terrore che fanno male all’uomo.
Lo sviluppo della parte spirituale dell’uomo si attua attraverso lo
sviluppo di un ideale superiore di armonia, salute, gioia e rispetto
della vita. L’elemento spirituale dell’uomo s’identifica con la ricerca
della felicità totale, nel credere in un ideale di amore e di giustizia
universale, nel lottare per il bene dell’altro essere vivente.
L’importanza dell’astinenza della carne, come condizione necessaria per
raggiungere le vette della spiritualità, è stata fin dai tempi più
antichi raccomandata da grandi illuminati, mistici e santi di ogni tempo
e paese.
Su questa strada erano gli antichi Veda, Egizi, l’Induismo, Krisna,
Brahmani, Buddismo, Orfismo, Misteri Eleusini, Pitagorici, Stoici,
Neoplatonici, Zoroastrismo, Taoismo, Jainismo, Esseni, Sufi
dell’Islamismo; così tanti Padri della Chiesa, molte sette spirituali e
comunità monastiche. L’idea era condivisa nel pensiero dei più grandi
filosofi e uomini di scienza, da sempre considerati i pilastri della
saggezza, della morale e della spiritualità umana, purtroppo oggi la
chiesa ha accantonato questo insegnamento.
Come si può invocare la pace su un’ecatombe di animali assassinati,
com’è possibile pregare Dio affinché ci salvi dall’ingiustizia e dalla
violenza e poi cenare con le membra di un animale innocente; se
sperimenti il tuo sadismo su animali innocenti, non puoi sperare
nell’elevazione spirituale, non può progredire moralmente chi versa
sangue innocente. Il cavallo è una delle creature più belle del pianeta,
vittima dell’egoismo e della cattiveria umana, coinvolto nelle
battaglie, frustato, sfruttato e utilizzato a pezzi come riserva di
carne.
Sui cavalli si esercita la violenza per indurli a essere totalmente
sottomessi e ciecamente obbedienti, con la ferratura s’impedisce il
movimento elastico dello zoccolo, che è un ammortizzatore naturale; con
essa si trasmettono agli arti, senza attenuarle, tutte le asperità del
terreno e il danno ricade sulle articolazioni, sui tendini e sui
muscoli. La sella, fissata al torace con una cinghia, blocca in parte il
movimento delle costole e la respirazione.
Il morso serve ad assoggettare il cavallo alla volontà del cavaliere,
causa dolore perché costituito barretta di ferro, tirata dalle redini
con strappi, che causano, oltre all’inevitabile dolore, lesioni alle
labbra, ai denti, al palato e alle gengive. Gli speroni servono a far
obbedire il cavallo, con la minaccia di un dolore acuto; i colpi degli
speroni a volte hanno rotto le costole ai cavalli. Non è possibile
assoggettare la volontà di un animale, destinato in natura a essere
libero e indipendente, se non con il terrore e il dolore.
Nelle corse ad ostacoli, gli ostacoli fissi sono causa di fratture e di
morte del cavallo; il rodeo è un’attività che comporta costrizione,
violenza e sofferenza per il cavallo. Durante il palio non c’è solo la
morte, a seguito della rottura delle ossa per cadute o scontro contro
gli ostacoli, ci sono anche le bestiali nerbate sul muso del cavallo,
sugli occhi e sulle orecchie, per indurre il cavallo a dare il massimo
delle proprie possibilità fisiche, fino allo sfinimento. Val la pena di
ricordare che il cavallo è l’animale che più ha contribuito al progresso
della civiltà umana.
La castrazione dei suini non è dettata da ragioni sanitarie, serve solo a
impedire l’odore di verro delle carni dei suini di sesso maschile,
questa castrazione è autorizzata dalla direttiva dell’Unione Europea n.
2001/93. Indipendentemente dal mezzo utilizzato per recidere i canali
deferenti, la castrazione è dolorosa per i suini e mina il loro
benessere complessivo. Però i paesi non si muovono tutti alla stessa
maniera, in Gran Bretagna e in Irlanda i suini non sono castrati, in
Norvegia l’operazione è effettuata da un veterinario con anestesia
locale; in Australia, ai suini maschi è praticata un’iniezione che
inibisce lo sviluppo dei testicoli, in compenso, in Finlandia i suini
sono castrati mediante la lacerazione dei testicoli, senza alcun tipo di
anestesia. Sono castrate anche le pecore di sesso maschile.
San Girolamo affermava che, dopo che Cristo è venuto, non è più
consentito mangiare la carne, l’asceta Nilo scriveva che l’alimentazione
carnea caratterizza l’uomo decaduto, San Clemente Alessandrino
affermava che la carne ottenebra l’anima e che dobbiamo cibarci come
Adamo prima della caduta, quando l’uomo era vegetariano e non come Noè
dopo il peccato; San Giovanni Crisostomo affermava di non mangiare carne
per misericordia verso gli animali e perché mangiare la carne è
innaturale e impuro. Purtroppo la chiesa ha smarrito questo
insegnamento.
San Pietro affermava che il consumo di carne è innaturale e contaminante
come l’adorazione del demonio, in Genesi 1,29 è scritto: “Ecco, io vi
do ogni erba che produce seme e ogni albero in cui è frutto e saranno il
vostro cibo”. Le proteste dei profeti Amos, Isaia, Geremia, contro i
milioni di animali innocenti che sono sacrificati dall’egoismo umano,
restano ancora inascoltate; l’amore e la compassione dell’uomo verso gli
animali dà maggiore grandezza all’essere umano e lo rende più giusto e
sensibile anche nei confronti degli uomini.
L’uomo ha il dovere di custodire la natura e di proteggere le creature
più deboli, non deve sfruttarle e ucciderle, il rispetto del prossimo
non deve limitarsi ad abolire la schiavitù umana, ma dovrebbe estendersi
anche al rispetto degli animali, con i quali l’uomo divide la Terra.
Come possiamo chiedere rispetto per gli animali se poi riteniamo
legittima la loro cruenta uccisione a scopo alimentare.
Gli animali sono utilizzarli come indumenti o consegnarli nelle mani di
una scienza crudele, in ogni attività umana li si vede urlanti,
agonizzanti e martiri; non vi è luogo della terra in cui gli animali non
soffrano e muoiano a causa dell’uomo. Malgrado le voci dei padri della
chiesa, oggi la chiesa cattolica non condanna l’abitudine carnivora, non
manda messaggi morali in materia, non vuole risparmiare dolore a morte a
tante creature innocenti.
Come possiamo accettare che il messaggio evangelico limiti la
compassione ai soli esseri umani, invece di ampliarla a tutte le
creature; uccidere gli animali è un fatto crudele, rende insensibili e
reprime il senso della compassione, bisogna amare e rispettare gli
esseri umani e le altre creature. Ci sono cristiani che si allontanano
dal cattolicesimo per rifugiarsi in religioni dove è maggiormente
sentita la compassione per gli animali. Come diceva il filosofo Orazio,
la violenza sugli animali è il tirocinio per ogni violenza verso gli
uomini, infatti, come potrebbe l’essere umano nuocere al suo simile se
fosse educato alla dolcezza verso ogni essere vivente?
Diversi santi hanno raccomandato l’astensione dalla carne, tra essi:
Benedetto da Norcia (480-547), Bernardo di Chiaravalle (1090-1153),
Caterina da Siena (1347-1380), Filippo Neri (1515-1595), Francesco di
Paola (1416-1507), Giacomo Minore, Giuseppe Cottolengo (1786-1842),
Gregorio da Nazianzeno (329-389); l’evangelista Matteo, Nilo (910-1004),
Paconio (292-346), San Pietro, Pietro d’Alcantara (1499-1562), Pio V
(1504-1572), Tommaso d’Aquino (1220-1274). San Francesco sentiva
compassione per tutti gli animali e Gertrude di Helfta pregava per
qualsiasi creatura sofferente. Quanto ricordato vale per credenti e non
credenti.
Il vegetarismo o vegetarianesimo è l’espressione più alta, profonda e
matura dell’intelligenza protesa verso il bene, la verità, la vita, è
l’evoluzione integrale dell’uomo, in armonia con tutti gli esseri
viventi. Il vegetarismo, affonda le sue radici nei lontani millenni
della storia, traendo il suo insegnamento dal pensiero dei più grandi
sapienti, scienziati, santi e filosofi della terra. Il vegetarismo
propone la liberazione dell’uomo dai condizionamenti e lo rende artefice
del proprio destino, della propria salute fisica e del proprio
equilibrio mentale.
Fulcro fondamentale della visione vegetariana è, oltre la ricerca della
salute, il rifiuto della violenza, secondo il pensiero Jainista, il
sentiero dell’amore enunciato da Cristo, la legge della compassione
indicato da Buddha, la via della rettitudine raccomandata da Zoroastro e
da Pitagora. Il vegetarismo rende l’uomo artefice del proprio destino
fisico, morale e mentale; superando le disarmonie, si prevengono le
malattie e si ripristina l’equilibrio energetico dell’individuo,
rafforzando le sue difese immunitarie.
Il vegetarismo supera la concezione sintomatologia della medicina, per
intervenire sulle cause che determinano la malattia. si propone di dare
all’individuo gli strumenti di difesa dalle malattie con buona
alimentazione e buoni stili di vita; contemporaneamente, diffonde i
principi “non ammazzare” e “non fare ad altri ciò che non vorresti ti
fosse fatto”, con ciò si oppone a ogni pratica di sfruttamento, umano o
animale.
Ne scaturisce una nuova cultura umana aperta al rispetto dei più deboli,
vivere secondo i principi etici del vegetarismo, significa estendere i
principi migliori del diritto dall’uomo a ogni essere in grado di
soffrire, estendendo a ogni essere vivente i principi “non ammazzare e
non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” e
accantonando la tradizionale visione antropocentrica, già attaccata da
Galileo.
Il cibo proteico animale riduce la presenza di triptofano nel cervello e
fa aumentare altri due aminoacidi, la leucina e la tirosina, mentre il
triptofano giunge nel cervello in dosi più basse, provocando una
diminuzione della serotonina. I vegetali favoriscono la concentrazione
di triptofano nel cervello, consentendone la trasformazione in
serotonina, neurotrasmettitore che favorisce uno stato di calma, di
serenità, di socievolezza.
Uno studio pubblicato sulla rivista “La clinica dietologica” ha messo in
evidenza la relazione esistente tra alimentazione iperproteica e
adrenalina e noradrenalina, sostanze predisponenti l’aggressività; anche
un eccesso di zuccheri e di colesterolo nel sangue sono stati ritenuti
predisponenti la lite e la violenza. Seneca faceva notare che tra i
mangiatori di carne si trovano i tiranni, gli organizzatori di eccidi,
di faide, di guerre fratricide, i mandanti di assassini e gli
schiavisti, mentre coloro che si nutrono dei frutti della terra sono
caratterizzati da comportamenti miti e socievoli.
Gli antichi Sufi sostenevano che l’uomo è ciò che mangia e ciò che
pensa, concetto ripreso da Giovenale “Mens sana in corpore sano”; la
mente non può essere sana se il corpo è inquinato, concetto ribadito dal
filosofo Feuerbach e nel 1728 dal dr. Bartolomeo Beccari. Quest’aspetto
è confermato oggi scientificamente dalla biochimica dei
neurotrasmettitori, che spiega le radici alimentari dell’aggressività
umana.
I vegetali inducono un cervello cosciente e vigile, accompagnato da un
senso di benessere generale, analogo allo stato di meditazione, che
permette all’individuo di entrare in contatto con le realtà più profonde
e favorendo immaginazione e creatività. Invece l’alimentazione carnea
abbassa le frequenze energetiche e l’energia scorre più lentamente, le
persone tendono a essere più aggressive e tese. L’alimentazione
vegetariana consente la depurazione dell’organismo e la persona diventa
più armonica ed equilibrata.
Gli aminoacidi sono sintetizzati nel cervello o da un aminoacido
precursore, è possibile aumentare o diminuire certe funzioni cerebrali,
introducendo con la dieta certi aminoacidi in misura maggiore o minore
di altri. Molto importante è l’aceticolina, da cui dipenderebbero
lucidità di pensiero e memoria, il cui precursore, la colina, si trova
nei legumi, nel germe di grano e in tutti i semi oleosi.
E’ incongruente che le persone più impegnate a favore dei diritti umani,
contro la pena di morte, la tortura e la droga, rivendichino certi
diritti solo per una parte degli esseri viventi; è necessario lottare
contro la violenza come concetto, come diritto al rispetto di ogni
essere vivente in grado di soffrire. Gli uomini non devono avere a cuore
solo la loro specie, ma devono difendere tutto il creato, solo così si
arriva al rispetto verso tutta l’umanità.
Non c’è pace tra gli uomini, a causa dell’egoismo che li muove, non è
possibile interessarsi di una sola parte del mondo e poi sperare che il
mondo progredisca e migliori. E’ utopia lottare contro la tortura e la
pena di morte, mentre noi stessi, con le nostre scelte quotidiane,
condanniamo alla tortura e alla morte milioni di esseri innocenti. Non è
possibile lottare contro i genocidi e giustificare i campi di sterminio
dei mattatoi.
Mentre la nostra etica ci impone di partecipare a qualunque
manifestazione a favore della non violenza, raramente manifestiamo
favore degli animali; invece il Movimento per i diritti umani deve
estendere il diritto alla libertà, al rispetto e all’esistenza ad ogni
creatura. Solo quando il Movimento per i diritti umani sarà divenuto il
Movimento per il Diritto alla Vita di tutti i viventi, incarnerà quei
valori e quella forza morale necessari per debellare la violenza e porre
le basi per una società migliore. L’uomo convive con l’idea che la vita
e il dolore delle creature diverse dall’uomo siano privi di valore;
quest’atteggiamento impedisce di estirpare dalla sua coscienza la mala
pianta dell’indifferenza verso il dolore altrui, è proprio la non
considerazione della sofferenza dell’altro, del diverso, ciò che inclina
il genere umano verso ogni delitto.
Negli allevamenti intensivi gli animali, nati per essere liberi e per
brucare l’erba verde dei prati, sono stipati in gabbie metalliche, senza
possibilità di movimento, immersi nei loro stessi escrementi, privati
di qualunque diritto naturale, come quello di giocare da cuccioli, di
avere il contatto con la madre, di accoppiarsi, di correre. Quando hanno
raggiunto il peso adatto a essere macellati, subiscono la pena del
trasporto in fetidi carri piombati, dove, stipati all’inverosimile,
senz’acqua, né cibo, compiono un lunghissimo e infernale viaggio.
Quelli che arrivano vivi alle nostre frontiere sono in uno stato
pietoso, urlanti, tremanti e tramortiti dall’esalazione, con le zampe
spezzate, strangolati dalle corte cavezze, con i musi schiacciati contro
le anguste prese d’aria, soffocati sotto il peso dei compagni morti o
agonizzanti, ridotti a miseri esseri viventi, disidratati dal caldo
rovente delle lamiere. Alla dogana, i vagoni piombati della morte
restano sotto il sole e gli animali impazziscono di sete e di dolore.
Arrivano ai mattatoi in giorni d’ininterrotto calvario e sono scaricati
come pietre, gli uni sugli altri, facendoli scivolare dagli autocarri
reclinabili, a colpi di mazze ferrate, colpiti sugli occhi, sui
testicoli e sulle parti più sensibili, per farli muovere più in fredda.
Al mattatoio gli animali sono spinti uno dopo l’altro, è piantato nella
loro fronte un proiettile che li fa stramazzare ma, nella maggior parte
dei casi, sono ancora vivi.
Con un uncino sono appesi a testa in giù, poi, con seghe metalliche e
coltellacci, il boia umano incomincia a sezionarli, spesso ancora in
vita. È aperta la pancia dell’animale e tutte le interiora fuoriescono,
cadendo a terra in un lago di sangue. La civiltà imporrebbe un
trattamento umano dei condannati, però la colpa principale non è dei
macellai ma di quelli che si riempiono la bocca di termini come amore,
giustizia, pace e libertà.
Questi, pur di non rinunciare al piacere della gola o alle cattive
abitudini alimentari, sono disposti a sacrificare, insieme alla vita di
nobili e miti creature, anche la parte migliore della propria anima.
Tutte le sventure umane nascono dal cuore dell’uomo reso duro e
insensibile all’altrui sofferenza, dall’abitudine a sfruttare e
sterminare i più deboli; rassegniamoci alle guerre, alla violenza, alle
malattie, al dolore, queste accompagneranno il genere umano fino a
quando non saranno eliminati i mattatoi.
La cosa più disumana, ingiusta e crudele è procurare a se stessi un
piacere che a qualcun altro è costato dolore, agonia e morte; non sono
bastati gli orrori dei campi di sterminio, le carni bruciate sul rogo
degli inquisitori, le membra mutilate sui campi di battaglia, per
placare la sua sete di sangue e di dolore, l’uomo aveva bisogno di
inventare i mattatoi. Gli uomini vogliono ignorare che gli animali da
macello sono diversi dall’uomo nella forma, ma hanno la stessa voglia di
vivere e la stessa paura della morte.
L’alimentazione carnea, non solo incide negativamente sulla condizione
fisica e mentale, ma c’è una diretta correlazione tra i problemi più
scottanti del mondo e l’alimentazione carnea, come i conflitti armati e
la violenza umana. La fame nel mondo uccide molte persone perché le
popolazioni dei paesi poveri sono costrette a coltivare nelle loro terre
alimenti per gli animali dei paesi ricchi, ogni mucca consuma derrate
vegetali quanto 12 persone.
Il 70% delle malattie umane è correlato al consumo di proteine animali
che negli Usa hanno causato più morti di tutte le guerre del secolo
scorso; metà dell’inquinamento totale dell’aria, della terra e
dell’acqua è dovuto alle industrie zootecniche e foraggiere; le foreste
sono abbattute per essere adibite a pascolo di animali. A causa della
mancanza di acqua potabile, muoiono ogni giorno 30.000 persone, però,
per produrre un solo chilo di carne di manzo, sono necessari 50.000
litri di acqua; l’industria zootecnica e foraggiera in occidente assorbe
un terzo dell’intera energia disponibile.
Mentre l’essere umano è anatomicamente strutturato per nutrirsi di
alimenti vegetali, il sentimento animalista è nato col graduale sviluppo
della compassione verso la sofferenza degli animali; i primi a
rifiutare per ragioni morali la carne furono gli indiani, infatti, il
divino Govinda (3000 a. C.) escluse dalla lista delle offerte a lui
gradite i prodotti di derivazione animale. Poi il sentimento di difesa
degli animali assume la sua massima espressione nel primo Jainismo,
originato da Mahavira nel 600 a.C. circa.
Su questa scia, si fece sentire il pensiero di singoli Illuminati come
Lao Tze, San Giovanni Crisostomo, San Francesco, Leonardo, inoltre
comunità come Orfismo, Stoicismo, Ebioniti, Esseni, Catari, Trinitari,
Cistercensi, Benedettini. Dei grandi illuminati sono stati vegetariani,
da Krisna, Zoroastro, Buddha, Pitagora, Platone, Plotino, Plutarco,
Socrate, Seneca, Porfirio, Orazio, Ovidio, Plinio, Leonardo da Vinci,
Schopenhauer, Schweitzer, Tolstoj, S. Girolamo, S. Ambrogio, S. Caterina
da Siena, S. Benedetto, S. Gregorio Magno, S. Antonio, Gandhi,
Einstein, Umberto Veronesi. Insomma il meglio dell’umanità è
vegetariano, tutti in ottima salute e alcuni vissuti fino a quasi
cent’anni.
Dal 1788 al 1860 a Londra nacquero alcune società animaliste e nel 1871
nacque in Italia, per volontà di Garibaldi, la Società Protettrice degli
Animali, Garibaldi era un cacciatore pentito e poi divenne un convinto
vegetariano, questa evoluzione ha contrassegnato diversi uomini. Quando
nel 1847 a Manchester, William Cowherd diede vita alla prima società
vegetariana, non immaginava che 150 anni dopo i vegetariani sarebbero
diventati un movimento internazionale in crescita esponenziale.
Nel 1920 il fruttarismo nacque in Francia, mentre il termine vegano
nacque nel 1940, questa tendenza portò la Società Italiana di Igiene a
perorare la refezione vegetariana nelle scuole; gli igienisti rifiutano
anche i farmaci che sono sostanze tossiche. Purtroppo, la religione
istituzionalizzata tende a spegnere il naturale sentimento di pietà
dell’animo umano verso la sofferenza dell’animale, tende a disprezzare
il valore della diversità e della vita.
Induce l’essere umano a convivere con l’idea della supremazia del forte
sul debole e lo inclina alla violenza; la coscienza umana deve avere la
capacità di condividere la sofferenza del prossimo, per farlo, occorre
rendere migliore l’animo umano, cioè più compassionevole. Questo è il
solo modo per rendere migliore il mondo e consentire che l’evoluzione
morale compia il suo naturale, benefico e salvifico corso.
Nunzio Miccoli – www.viruslibertario.it; numicco@tin.it.
Fonte:
Associazione Vegetariana Animalista
http://alimentazioneegliilluminati.blogspot.it/2013/02/come-il-cibo-influenza-lo-spirito-il.html
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