« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »

GUSTAVO ADOLFO ROL



martedì 17 settembre 2013

Armiamoci e partite: boom storico dell’industria bellica

 
Più l’economia frena, più vola l’industria della guerra: il commercio delle armi non è mai stato così fiorente. Secondo uno studio presentato di recente a Londra, il mercato mondiale è cresciuto del 30% negli ultimi quattro anni e potrebbe raddoppiare entro il 2020, con l’esplosione dei bilanci militari, soprattutto in Asia. Il rapporto pubblicato da “Ihs Jane’s” rivela che, tra il 2008 e il 2012, le esportazioni e le importazioni di armi
nel mondo sono aumentate da 56,5 a 73,5 miliardi dollari (43-56 miliardi di euro). Il mercato potrebbe raggiungere i 100 miliardi dollari entro il 2018 e raddoppiare entro il 2020. Per contro, la quota di mercato dell’Europa occidentale è diminuita, scendendo dal 34,5 % del 2008 al 27,5 % nel 2012, mentre quella dell’Asia-Pacifico, tra cui la Cina, è salita dal 3,7 al 5,4% rispetto allo stesso periodo. «Stiamo assistendo alla più grande esplosione del commercio mondiale di armi che il mondo abbia mai conosciuto», sostiene l’analista Paul Burton, tra gli autori dello studio britannico.

Due cose stanno accadendo, dice Burton: i bilanci della difesa si stanno modificando nell’Est ed è aumentata la concorrenza internazionale nel Uno stand fieristico presenta il tank tedesco Leopardmercato della difesa. «Molti paesi asiatici hanno visto le loro esportazioni di armi raddoppiare», riferisce Eric Piermont in un post su un sito specializzato francese, tradotto da Pier Francesco De Iulio per “Megachip”. La Cina ha notevolmente migliorato la sua capacità di produzione ed è salita dal 10° all’8° posto tra gli esportatori mondiali. «L’aumento delle esportazioni nella regione Asia-Pacifico – evidenzia il rapporto – minaccia il dominio mondiale dell’industria bellica statunitense». Tuttavia, assicura un altro analista di “Ihs Janes’s”, Ben Moores, se la Cina sta facendo molto per l’esportazione ai paesi asiatici vicini non è però presente in Medio Oriente, in particolare per la qualità dei suoi armamenti. «Un paese sudamericano – aggiunge Moores – Israele, leader mondiale nella produzione di droniha recentemente restituito un sistema radar ad una società cinese perché semplicemente non funzionava».

 
In Europa si segnala la leadership della Francia, che è il terzo più grande esportatore di armamenti nel mondo. Gli Stati Uniti sono attualmente leader tra gli esportatori davanti a Russia e Francia, che hanno importato 10,5 miliardi di dollari di attrezzature e servizi militari dal 2008 e, secondo gli analisti, «le importazioni dovrebbero continuare ad aumentare nel 2013». I bilanci della difesa dei paesi dell’Asia-Pacifico dovrebbero superare quelle degli Stati Uniti e del Canada dal 2021, raggiungendo 501 miliardi dollari (+35 % rispetto al 2013). In testa, nella regione asiatica, la Cina, seguita da India, Giappone, Australia e Sud Corea. Nel complesso, i bilanci della difesa del mondo dovrebbero continuare ad aumentare, fino a raggiungere 1.650 miliardi di dollari nel 2021 (+9,3 % rispetto al 2013). Israele, da parte sua, è destinato a diventare il primo esportatore di droni da qui alla fine del 2013, arrivando a venderne il doppio di quanto faranno gli americani entro il 2014. «Le esportazioni israeliane sono davvero impressionanti – dice Moores – considerando che molti paesi musulmani si rifiutano di fare affari con loro».

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