Ogni medico
di base dovrà inserire un malato su cento in un elenco di pazienti ai
quali chiedere di poter interrompere le cure (ecco un video che mostra
tutte le analogie con il nazismo)
di Elisabetta Del Soldato
Il sistema
Sanitario nazionale della Gran Bretagna sta facendo i conti con la
recessione e i primi a rimetterci sono i più vunerabili: gli anziani, i
malati terminali, le persone dichiarate morte ancor prima che lo siano,
perché cercare di salvarle o di farle stare meglio costa troppo. Qualche
giorno fa uno dei sottosegretari alla Sanità, il liberaldemocratico
Norman Lamb, non ha esitato a invitare i medici di base a compilare una
lista dei loro pazienti che potrebbero morire entro un anno. Una volta
identificati, i malati terminali saranno chiamati a un incontro col
medico che gli chiederà dove preferiscono morire e se vogliono scrivere o
dettare un testamento biologico in cui danno il permesso ai medici di
sospendere medicinali e nutrizione quando si annuncerà la fine.
Lamb, che ha
annunciato il progetto del governo a una recente conferenza sul fine
vita, ha detto di aspettarsi che per ogni medico almeno un paziente su
cento entri nella lista dei 'terminabili'. I motivi sono molto
pragmatici: «Un quarto dei letti negli ospedali sono occupati da malati
terminali – ha spiegato –, e tra loro quattro su dieci non richiedono
cure mediche. Se queste persone fossero ammesse una volta in meno al
pronto soccorso la Sanità risparmierebbe un miliardo e 350 milioni di
sterline l'anno», circa un miliardo e mezzo di euro.
L'esponente del
governo conservatoreliberale non ha specificato quale sarà il destino
dei malati finiti in quella che vari giornali britannici hanno
ribattezzato «lista della morte». Ma è molto probabile che saranno
destinati al «Liverpool Care Pathway», un protocollo adottato per la
prima volta negli anni Novanta in un ospedale della città portuale, e
che dal 2004, dopo essere stato raccomandato dal National Institute for
Health and Clinical Excellence, è diventato pratica comune nelle
istituzioni sanitarie del Regno. Sulla carta «Lcp» si presenta come un
programma di fine vita per rendere l'ultimo periodo di un paziente più
tollerabile, nel Paese che è culla delle cure palliative. In realtà il
protocollo ha finito col tradursi anche nella sospensione di cure e
nutrizione e nella somministrazione di forti sedativi a persone
classificate «vicine alla morte».
Ogni anno il
sistema sanitario nazionale registra 450mila decessi nelle sue
strutture; di questi, 130 mila sono di persone sottoposte al «Lcp» in
modo proprio o improprio. Il Ministero della Sanità, dopo le molteplici
controversie sollevate dal programma, ha più volte tenuto a ribadire che
il Liverpool Care Pathweay non è equiparabile all'eutanasia, che i
pazienti che vi sono sottoposti vengono monitorati e possono essere
tolti dal protocollo se mostrano un miglioramento. Ma negli ultimi mesi
sono fioccate sempre più insistenti e numerose le denunce di famiglie
che accusano i medici di aver introdotto i loro cari nel programma
quando in realtà questi non stavano affatto morendo e di averne
accelerato il decesso a causa della sospensione di cure e nutrizione.
Mary Cooper, 79
anni, uno dei tanti esempi, è morta in giugno pochi giorni dopo il
ricovero al Queen Elizabeth Hospital di King's Lynn, nel Norfolk. La sua
famiglia sostiene di non essere mai stata avvisata del fatto che la
donna fosse stata inserita nel programma.
«Ci hanno informati – denuncia il marito – quando ormai per Mary era troppo tardi».
L'ospedale dice di aver discusso la questione con la famiglia e che questa era d'accordo.
Ma secondo la
figlia l'ospedale non è mai stato chiaro: «I medici ci hanno detto che
l'avrebbero aiutata a sentire meno dolore possibile, ma non ci hanno
spiegato esattamente quello che avrebbero fatto».
La settimana
scorsa un uomo la cui madre è morta dopo essere stata sottoposta per
trenta ore al Lcp al Western General Hospital di Edinburgo ha chiesto
alla polizia di investigare. Paul Tulloch è convinto che la madre Jean
di 83 anni potesse sopravvivere e sostiene di essere stato ignorato dai
medici quando ha chiesto che venisse ritirata dal protocollo.
L'anno scorso
un rapporto del Royal College of Physicians ha rivelato che nel 4% dei
casi i familiari non vengono informati della decisione di sottoporre un
paziente al Lcp. E ora anche l'autorevole oncologo Mark Glaser condanna
il Liverpool Care Pathway dicendo che si tratta di «un sistema corrotto e
scandaloso che serve solo per liberare i letti degli ospedali occupati
dagli anziani e per raggiungere obiettivi premiati con più soldi».
Nota di
BastaBugie: Nell'ottobre del 1939 iniziò l'Aktion T4, con cui furono
soppresse in maniera sistematica oltre 70.000 persone ("disinfettate",
secondo la macabra terminologia amministrativo-contabile del programma
tedesco). Ecco il testo: "Viene conferita la responsabilità di estendere
la competenza di taluni medici, designati per nome, cosicché ai
pazienti che, sulla base di un giudizio umano, sono considerati
incurabili possa essere concessa una morte pietosa dopo una diagnosi
approfondita". Ordine al capo del Reich Boulher e al Dott. Karl Brandt.
Firmato: Hitler.
Nel seguente
video viene ricordata la figura del Beato Von Galen, vescovo e
cardinale. Memorabili i suoi interventi contro l'eutanasia sistematica
di malati psichiatrici e handicappati. In questo filmato si ricordano le
omelie del vescovo, la solidarietà dei cattolici della diocesi, la
furia nazista, l'ordine di Hitler di eliminarlo a guerra conclusa, la
solidarietà di Papa Pio XII verso il vescovo Von Galen che lo crea
cardinale, la beatificazione da parte di Papa Benedetto XVI.
Viato e tratto da: terrarealtime
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