« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »

GUSTAVO ADOLFO ROL



domenica 7 ottobre 2012

LE DIOSSINE DI SEVESO AVVELENANO ANCORA I NEONATI

Roche (foto web).
di Gianni Lannes

sulatestagiannilannes

Dei danni provocati dalle diossine di Seveso pensavamo di conoscere tutto. Purtroppo, non è così. Le tracce di quell’incidente sono ancora presenti oggi in Italia e fanno vittime ignare del pericolo che portano in corpo. 36 anni di menzogne, misteri, insabbiamenti, cinismo sono stati scoperchiati di recente da alcuni scienziati. Per la cronaca di allora: il 10 luglio 1976 l’esplosione di una valvola di sicurezza allo stabilimento chimico dell’Icmesa di Meda (proprietà Hoffmann-La Roche) provocò la fuoriuscita di un’immensa nube tossica di diossine che investì in particolare il comune di Seveso in Brianza. Più recentemente uno studio epidemiologico - poco noto se non agli addetti ai lavori - realizzato dal team di Andrea Baccarelli dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con i ricercatori della Harvard School of Public Healt di Boston - pubblicato nel 2008 sulla rivista Plos Medicine - documenta come gli effetti di quell’avvelenamento siano ancora riscontrabili nei neonati partoriti da mamme che all’epoca erano bambine. Quello che la ricerca scientifica non ha ancora accertato e che i famigerati bidoni di diossine (1.600 tonnellate di “prodotti clorurati”) sono stati occultati e bruciati nell’inceneritore Montedison (nel 1982 Montepolimeri) di Mantova col favore e la copertura dello Stato italiano che intendeva addirittura affondarli in mare (esistono riscontri ufficiali in sede Ue).
Seveso (foto web).

Caro sindaco, prima di morire devo dirlo a qualcuno: nell’inceneritore abbiamo smaltito la roba di Seveso” così parlò nel 2002 un anziano ex operaio della Montedison.
A Mantova i danni sanitari non sono stati mai volutamente acclarati. Basterebbe un’indagine epidemiologica per accertare una verità inconfessabile  dello Stato italiano.

A Seveso i bimbi delle madri che vivevano nell’area contaminata risultano infatti, “sei volte più della media, a rischio di alterazioni della tiroide”. «Una diminuzione delle funzioni tiroidee - ha spiegato il dottor Baccarelli - che può determinare in qualche caso diminuzione dell’accrescimento corporeo e dello sviluppo cerebrale. Non sappiamo con quali possibili effetti sulla salute».

Beata disinformazione - «Siate calmi, non lasciatevi prendere dalla paura. Non credete alle voci allarmistiche che alcuni fanno correre per l’interesse politico» aveva tuonato nel ’76 il cardinale Giovanni Colombo durante la messa celebrata a Seveso a pochi giorni dallo scoppio. E ancora: «Sento nel mio cuore che l’ora della consolazione è molto più vicina di quanto non prevedano quei sapientoni che non ne sanno molto più di noi sulla diossina». Ed il parroco di Seveso: «La madonna ha steso un velo sulla chiesa per salvarla, come pure gli oratori, che sono rimasti fuori dalla zona inquinata». Perfino gli esperti dell’istituto Mario Negri, avevano deciso che il rischio era minimo dichiarando che “esiste un livello accettabile di diossina nella misura di 5 microgrammi per ettaro”.



 
Dichiarazioni pazzesche di cui i bambini che allora non erano ancora nati scontano adesso gli effetti. Come se niente fosse, infatti non vale il principio di precauzione e la Convenzione europea di Aarhus, si autorizza il gruppo industriale Marcegaglia (specializzato tra l’altro in ecomafie, come hanno accertato alcune indagini giudiziarie che hanno portato all’incriminazione del patron Steno e alla condanna penale del figlio Antonio, fratello di Emma) ad impiantare illegalmente inceneritori, gran produttori di diossine soprattutto nel Sud Italia, come è accaduto in Puglia (due impianti grazie al beneplacito dell'ambientalista Vendola) ed in Calabria a Cutro.

Attualmente sono note ben 210 i tipi di diossine, un veleno che persiste nell’ambiente si accumula nell’organismo vivente. In particolare, il tipo di diossina sprigionata dall’incidente dell’Icmesa, la “2,3,7,8- tetraclorodibenzo-p-diossina” (TCDD), è la più pericolosa in circolazione. È stata classificata dall’Organizzazione mondiale della sanità come “cancerogena di prima classe”.

La multinazionale farmaceutica elvetica deve risarcire la popolazione di Mantova e dintorni. Cosa aspetta la magistratura ad aprire un’inchiesta penale a carico dei proprietari del gigante svizzero? Oppure esistono al mondo entità intoccabili che fanno stragi umane impunemente?


PLOS medicine - Neonatal Thyroid Function in Seveso 25 Years after Maternal Exposure to Dioxin 
http://img838.imageshack.us/img838/9716/journalpmed0050161.pdf

Seveso (foto web).

Seveso (foto web).

Fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/10/le-diossine-di-seveso-avvelenano-ancora.html

2 commenti:

  1. Wow that was odd. I just wrote an very long comment but after I clicked submit my
    comment didn't appear. Grrrr... well I'm not writing all that over again.
    Anyways, just wanted to say wonderful blog!
    http://aparmentreviews.webs.com/
    my page - Apartment Reviews

    RispondiElimina

La pubblicazione dei commenti è sottoposta a moderazione quindi se non rispondo subito non vi preoccupate.
L'autore del blog non è responsabile dei commenti esterni.
Ognuno è libero di commentare ma non saranno tollerati commenti contenenti turpiloquio, offese verso persone, ideologie, religioni o politiche e razzismo in ogni sua forma.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...