« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »

GUSTAVO ADOLFO ROL



domenica 12 agosto 2012

I dispersanti nel golfo del messico 2 anni dopo

       
Autore: Maria Rita D'Orsogna

Fonte: http://dorsogna.blogspot.it/


Dispersanti sul golfo del Messico







Gamberetti anneriti dal petrolio, Dauphin Island, Alabama, 2012


Tartaruga morta, Mississippi, Maggio 2012


Micheal Crosby, 
Mote Marine Laboratory, Sarasota, FL

Dei danni del golfo del Messico, due anni dopo, si parla poco. Eppure ogni tanto vengono fuoi studi fatti proprio sull'esperienza del golfo che dovrebbe far riflettere tutti, da Passera e Clini, che hanno abilmente risuscitato le trivelle bocciate dalla Prestigiacomo, fino ai sindaci di comunita' trivellate e trivellande.

La BP ha usato circa 1.8 milioni di galloni di dispersanti, fra cui il Corexit, bannato per la sua pericolosita' in alcune nazioni. E anche quando il governo USA gli ha intimidato di non usarlo piu, alla BP non e' importato molto, ed hanno continuato a spruzzarlo imperterriti, di notte, di giorno, a casaccio.

1.8 milioni di galloni sono circa 7 milioni di litri. Il Corexit spezzetta il petrolio disperdendolo nell'acqua, ma spezzetta anche le membrane degli esseri viventi, causando malattie e deformita'.

Ne abbiamo gia' parlato qui nell'anniversario, qui sui pesci, qui sui coralli.



Adesso, c'e' uno studio condotto da Alice Ortman della University of South Alabama, che mostra in maniera scientifica che in un esperimento controllato in laboratorio, la presenza di dispersanti porta alla morte del plankton, ma all'aumento di batteri, capovolgendo tutto il delicato equilibrio della catena alimentare.




There were lots of bacteria left but no bigger things.  
It's like the middle part of the food web is taken away.

C'erano molti batteri, ma niente di piu' grande.
E' come se la parte centrale della catena alimentare fosse stata portata via. 

I pesci non mangiano batteri. E' il plankton che mangia batteri, che poi vengono mangiati dai pesci e se togli quello che c'e' in mezzo - appunto il plankton - la catena alimentare viene interrotta.

Questo e' un risultato inaspettato, nuovo, e dalle profonde implicazioni. 

Il professor Brian Crother, del dipartimento di biologia della Southeastern Louisiana University infatti dice che il tutto e' spaventoso perche l'esperimento condotto in taniche, riproducendo al meglio che si poteva le condizioni in mare, e' durato solo cinque giorni. E se queste sono le conseguenze dopo 5 giorni, figuriamoci dopo 3 mesi!

Micheal Crosby, del Mote Marine Laboratory a Sarasota, in Florida, dice che questo significa che non abbiamo ancora visto tutto quello che c'e' da vedere nel golfo, perche' per vedere l'impatto pieno di questi stravolgimenti sulla catena alimentare occorrera' aspettare anni ancora.

Ad esempio, lo scoppio della Exxon Valdez, nel 1989 non ebbe conseguenze immediate sulla popolazione di pesci. Ci vollero quattro anni, e nel 1993 si inizio' ad asssitere ad un graduale declino della popolazione di aringhe, fino a che le aringhe sono scomparse del tutto e con queste, i pesci piu' grandi che li mangiavano.

Cordova, Alaska era un paese di pesca.

Dopo lo scoppio e la fine delle aringhe, la pesca non esiste piu.
Esistono le ditte fallite, i suicidi, la miseria e la disperazione. 

The worst is yet to come.


Aringa - un tipo di pesce azzurro
 

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