« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »

GUSTAVO ADOLFO ROL



lunedì 30 maggio 2011

La Guerra Perpetua di Re Obama

Ringraziamo Salvatore Ioppolo per la segnalazione.
Fonte: http://freeyourmindfym.wordpress.com
Con una mossa senza precedenti per la storia americana e per l’intero Occidente “democratico”, Barack Obama (o meglio, le lobbies finanziarie, economiche e militari che lo controllano) sta per ottenere dal Congresso il potere di portare la guerra ovunque egli, o fallaci ed artefatti report di intelligence, lo desiderino. Senza dichiarazioni formali di guerra, né tantomeno la previa autorizzazione e supervisione del Congresso. Un potere tipico dei Monarchi assoluti europei, che dalla loro parte però non avevano un arsenale nucleare capace di distruggere il mondo in poche ore.
Il National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2012” in via di approvazione al Congresso, prevede infatti, nelle 388 pagine che lo compongono (qui il testo completo: http://armedservices.house.gov/index.cfm/files/serve?File_id=a34ce3db-80b0-4c82-8103-7098deb1751b ) la possibilità per il Presidente, in quanto capo delle Forze Armate, di intraprendere azioni militari nei confronti di tutti gli individui, le organizzazioni e le nazioni che facciano parte, supportino o diano ospitalità ad “Al Qaeda, i Talebani e forze ad esse associate”. Tutte entità non definite ovviamente queste ultime, dai confini allargabili a piacimento.
La sezione “incriminata” è la 1034:
Sezione 1034 – Dichiarazione di conflitto armato contro Al Qaeda, i Talebani e le forze ad esse associate




Questa sezione dichiara che gli Stati Uniti d’America sono impegnati in un conflitto armato nei confronti di Al Qaeda, i Talebani e le forze ad essi associate a norma dell’Autorizzazione all’utilizzo della Forza Militare (Public Law 170-40; 50 U.S.C. 1541 note). Questa sezione afferma anche che l’autorità del Presidente, a norma dell’Autorizzazione all’utilizzo della Forza Militare, include l’autorità di trattenere determinati belligeranti sino alla fine delle ostilità.Il comitato fa notare che mentre ci avviciniamo al decimo anniversario degli attacchi dell’11 settembre 2001, la minaccia terrorista si è evoluta, come risultante dell’intensa pressione militare e diplomatica degli Stati Uniti e dei partners della Coalizione. Nonostante ciò, Al Qaeda, i Talebani e le forze ad essi associate costituiscono ancora una grave minaccia alla sicurezza nazionale statunitense. L’Autorizzazione all’utilizzo della Forza Militare include necessariamente l’autorizzazione a rispondere alla continua ed in evoluzione minaccia posta da questi gruppi.
Il comitato supporta l’interpretazione dell’Esecutivo dell’Autorizzazione all’utilizzo della Forza Militare così come descritto il 13 marzo 2009 nella memoria depositata alla Corte Distrettuale del District of Columbia. Questa affermazione non intente ad ogni modo limitare o alterare l’attuale autorità presidenziale a norma dell’Autorizzazione all’utilizzo della Forza Militare. […]“
(pag. 19)
“Sez. 1034 (Log. #215) – Dichiarazione di conflitto armato contro Al Qaeda, i Talebani e le forze ad esse associate
Il Congresso dichiara che-
  1. Gli Stati Uniti sono ingaggiati in un conflitto contro Al Qaeda, i Talebani e le forze ad essi associate, e che queste forze continuano a costituire una minaccia per gli Stati Uniti e i suoi cittadini, sia sul territorio nazionale che all’estero;
  2. Il Presidente ha l’autorità di utilizzare tutta la forza necessaria ed appropriata durante l’attuale conflitto contro Al Qaeda, i Talebani e le forze ad essi associate, a norma dell’Autorizzazione all’utilizzo della Forza Militare (Public Law 170-40; 50 U.S.C. 1541 note);
  3. l’attuale conflitto armato include nazioni, organizzazioni e persone che- a) fanno parte di, o sostanzialmente supportano, Al Qaeda, i Talebani e le forze ad essi associate che sono impegnate in azioni ostili nei confronti degli Stati Uniti o i partner della Coalizione, o
    b) hanno preso parte a, o direttamente supportato, azioni ostili in supporto di una nazione, una organizzazione o una persona descritta nel paragrafo a); e
  4. l’autorità del Presidente a norma dell’Autorizzazione all’utilizzo della Forza Militare (Public Law 170-40; 50 U.S.C. 1541 note) include l’autorità a trattenere belligeranti, comprese persone descritte nel paragrafo 3), sino alla cessazione delle ostilità”.
(pagg. 134-135)
Come avrete notato, mancano definizioni formali di questi “nemici” che gli Stati Uniti stanno combattendo: “Al Qaeda”, “i Talebani” e “le forze ad essi collegate” sono denominazioni volutamente labili, “contenitori” dentro i quali sarà possibile far rientrare qual si voglia “nemico”.
Il richiamo poi alla possibilità estendere il conflitto anche a “nazioni, organizzazioni e persone” che “fanno parte” o “sostanzialmente supportano” queste fantomatiche entità è particolarmente agghiacciante, perchè di fatto la “giurisdizione militare” degli Stati Uniti viene così estesa ad ogni paese del mondo.
Nel caso di un paese non alleato infatti, sarà possibile per il Commander in Chief far valere quanto sopra deciso dal Congresso per considerare formalmente “nemica” ogni eventuale nazione che insista nel voler mantenere la sovranità sul proprio territorio impedendo quindi agli Stati Uniti ed alla “sua Coalizione” di combattere queste fantomatiche organizzazioni in loco. Nel caso di paesi alleati invece l’autorizzazione arriverà in automatico attraverso le organizzazioni di “cooperazione” militare e diplomatica quali la NATO.
Sul piano interno poi, di fatto il Congresso cede in questo modo ogni propria supervisione circa le operazioni belliche dell’Esecutivo. Vengono infatti agevolmente aggirate, in questo modo, le restrizioni della War Powers Resolution, che
  • non consente guerre non autorizzate dal Congresso quando gli Stati Uniti non sono stati attaccati;
  • richiede la costante informazione del Congresso (non avvenuta già nel caso della guerra in Libia) e;
  • permette le guerre non oltre la deadline dei 60 giorni (già superata nel caso della guerra in Libia).
Ecco ciò che prescrive infatti la War Powers Resolution:
“I poteri costituzionali del Presidente in quanto Comandante in Capo, per quanto riguarda l’ingresso degli Stati Uniti in ostilità o eventi in cui l’imminenza di partecipazione in ostilità è chiaramente indicato dalle circostanze, possono essere esercitati solo a norma di:
  1. una dichiarazione di guerra;
  2. una precisa autorizzazione legale;
  3. una emergenza nazionale causata da un attacco diretto contro gli Stati Uniti, i suoi territori o possedimenti, o le sue forze armate.
Il Presidente dovrà consultarsi col Congresso in ogni occasione possibile prima dell’ingresso degli Stati Uniti in ostilità o eventi in cui l’imminenza di partecipazione in ostilità è chiaramente indicato dalle circostanze, e dopo tale ingresso Egli dovrà consultarsi regolarmente col Congresso finchè le Forze Armate degli Stati Uniti non saranno più impegnate nelle ostilità o non saranno state rimosse da queste situazioni”.
Ovviamente come chiunque segua la politica internazionale avrà notato, già la War Powers Resolution offriva molteplici possibilità di aggiramento. Fino ad ora infatti per entrare in guerra bastava una qualsiasi risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (come nel già citato caso libico), un utile e tempisticamente puntuale “attacco” alle Forze Armate americane (Pearl Harbour, l’incidente del Tonchino), un attacco diretto sul suolo americano (11 settembre 2001) o fallaci report d’intelligence spacciati per verità incontrovertibili (come avvenuto nel caso dell’invasione dell’Iraq).
Ora di fatto questa nuova bozza di legge, se approvata (ed è molto probabile che venga approvata, dato che essa ha ottenuto in Congresso un sostegno bipartisan, tanto da essere stata introdotta dal repubblicano Howard P. McKeon, capo della Commissione della Difesa), toglierà molti impicci burocratici e difficoltà organizzative al Presidente, che di fatto avrà poteri imperiali, senza più i classici “checks and balances” tanto magnificati dai costituzionalisti nel parlare del Sistema Americano.
Niente più riunioni-fiume al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per provare a convincere i membri con diritto di veto (quelli autonomi, quindi solamente Russia e Cina) ad approvare la Risoluzione proposta o quantomeno astenersi.
Niente corse contro il tempo per far falsificare alla CIA tonnellate di documenti d’intelligence su fantomatiche e distruttive Armi di Distruzione di Massa.
Niente più sbattimento per organizzarsi autoattentati in casa o all’estero, evitando in questo modo anche ogni tipo di inchiesta ad essi conseguente.
Niente di niente. Se il Presidente si sveglierà una mattina convinto che chi scrive è membro attivo di Al Qaeda, potrà venire a stanarlo, sradicarlo dalla sua scrivania e “trattenerlo” sino alla conclusione delle “ostilità”.
Ostilità contro nemici non chiaramente identificabili. Mai dichiarate. E che non finiranno mai.
George Orwell non poteva neanche lontanamente immaginare che la realtà del 2011 superasse la già terrificante fantasia letteraria del suo 1984.

Link Utili:
http://www.infowars.com/republicans-in-congress-to-crown-obama-king/
http://it.peacereporter.net/articolo/28435/Guerra+globale+permanente
http://www.defencetalk.com/national-defense-authorization-act-for-fiscal-year-2012-34043/
http://thomas.loc.gov/cgi-bin/query/z?c112:H.R.1540:

fonte

2 commenti:

  1. obama sembra davvero un uomo di pace
    il nero che salva il mondo
    invece fa schifo come tutti

    RispondiElimina
  2. Ciao RacingPolitics, un nobel per la pace e tre guerre all'attivo, proprio un uomo di pace non c'è che dire.
    Grazie della visita.

    RispondiElimina

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