« Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »

GUSTAVO ADOLFO ROL



mercoledì 8 dicembre 2010

Armati fino ai denti. Contro chi, o per conto di chi?


Veniamo subito  al sodo sulla questione dell’ acquisto di armamenti. Tutto accade mentre la nazione senza soldi taglia i budget per la Cultura e altro. Dopo aver smesso di sparlare di Saviano e di camorra, è distratta ad arte da presunte rivelazioni di un biondino rispondente al nome di Assange,  Costui in questi giorni si è messo sotto protezione delle autorità inglesi, invece che tornarsene nella più tranquilla sua patria: l’Australia. Strana la vita eh?

Il fatto: l’Italia si stà riarmando spendendo montagne di quattrini. E’ cosa strana per un paese che ha nella sua Costituzione il ripudio della guerra.
Allora cosa c’è sotto?
La domanda che ci poniamo è la seguente: questi mezzi militari serviranno per proteggere lo Stato? In questo caso sarebbe del tutto legittimo, anzi sarebbe auspicabile un minimo di sovranità militare finalmente. Ma se non sono mezzi da difesa, quali non sembrano, su quale nazione sovrana saremo costretti a usare i 116 elicotteri da attacco ed i 131 bombardieri capaci di sganciare bombe anche atomiche? Senza parlare delle fregate, dei sottomarini ed altro ancora…
Chi sarà la preda?
Tutto fa pensare alla Cina  che ha in mano il grosso del debito Usa, autentica schiava del sistema con i suoi lavoratori ancora pagati alla stregua, per l’appunto, di schiavi. La Cina ha in corpo una quantità enorme di dollari espressi in titoli del tesoro Usa. Ma gli americani mai in nessuna occasione hanno lasciato pensare di voler onorare i loro debiti. Le provocazioni coreane serviranno pure a qualcosa… Credo siano funzionali ad un riavvicinamento con il Giappone in funzione anti Cina e Corea del Nord sua alleata. In precedenza con le guerre dell’Oppio e dei Boxer gli europei, e non solo loro, annientarono la Cina e trucidarono svariate decine di milioni di cinesi… Dio non vglia che la storia si ripeta ancora.
Ma il punto nevralgico rimane l’ Iran con la Siria, il Libano, il Pakistan e la necessità di staccare l’Europa dalle sue naturali fonti di approvigionamento di energia, per poterle gestire in modo più addomesticato. Il sogno condiviso di Usa e Israele
Fossimo una nazione di teste pensanti saremmo un pò più preoccupati, staremmo già  da un pò di tempo sul chi va là, a chiederci se stiamo per ricadere nella logica divisoria anglosassone  in Europa con obiettivo finale l’accensione di una qualche guerra interna per auto demolirci, magari riproponendo la logica di successo già usata nelle due precedenti guerre con la Germania  e  la Russia.
Ma un urlo a questo punto si impone: dov’è la nostra sinistra pacifista mentre questo ennesimo governo querrafondaio ci stà predisponendo alle guerre?  Ovviamente a biasimare il Bunga Bunga… meschinelli!
Questa nostra è l’Italia dei Bar Sport.  Siamo  brava gente, purtroppo soggiogata dai media e caduta in una indolenza mentale  fatale  per una Nazione-civiltà che voglia continuare a sentirsi tale.
LB

Fonte: peacereporter.net

Difesa, l’investimento perpetuo

Per comprare nuovi armamenti spenderemo tre miliardi e mezzo in più rispetto al 2010

L’Italia continua a spendere in armamenti. Decine e decine di macchine da guerra, costose e inutili, verranno costruite nei prossimi 10-15 anni nel nostro Paese. Invecchieranno senza essere utilizzate in teatri di guerra, foss’anche perché le nostre sono solo ‘missioni di pace. Molte arrugginiranno, o funzioneranno solo per essere mantenute, qualora vi sia la capacità di mantenerle. Molte altre verranno costruite per far girare l’industria, italiana e internazionale.
I numeri. Lo stanziamento a bilancio per il settore Difesa per il 2011 è di 20,494 miliardi di euro. L’aumento totale è di 130 milioni di euro rispetto all’anno precedente (0,6 percento in più rispetto al 2010, 1,28 percento del Pil). La Funzione Difesa è cresciuta di 32,6 milioni di euro; la Funzione Sicurezza del territorio di 145,2 milioni di euro; le Funzioni Esterne sono diminuite di 49,8 milioni di euro; il Trattamento di Ausiliaria (personale) è cresciuto di 2,3 milioni di euro.
Sono i fondi destinati agli ‘acquisti’ che sono lievitati: più 8,4 percento, 3,453 miliardi, 266 milioni in più rispetto al 2010.
Dove vanno questi soldi? In gran parte saranno destinati al programma F-35 (471,8 milioni di euro) e all’acquisto degli elicotteri Nh-90 AgustaWestland (309,5 milioni), di due sottomarini U-212 (164,3 milioni), e di altri elicotteri Ch-47 F Chinhook (137 milioni), oltre all’ammodernamento dei Tornado (178,3 milioni). Per le altre acquisizioni, già avviate (caccia Typhoon, addestratore Aermacchi M-346, fregate Fremm e veicoli da combattimento Freccia), verranno reperite risorse (poco meno di un miliardo di euro) dal ministero dello Sviluppo economico.
C’è da chiedersi quale impiego strategico avrà il cacciabombardiere con capacità di trasporto di ordigni nucleari F-35, che il nostro Paese dovrà acquistare in quantità abnormi (131 unità, di cui è stata tuttavia promessa – ancora senza conferma – una riduzione), o l’elicottero Ch-47 Chinhook, acquistato in numero di sedici dall’Aviazione Italiana, con eventuale aggiunta di quattro unità. Oppure ancora l’elicottero da assalto Nh 90 (116 mezzi dal 2000 al 2018). Fregate Fremm: secondo la stessa ammissione del ministro La Russa (Farnborough, Gran Bretagna, 20 luglio), sul progetto italo-francese il governo italiano ha “rinviato la decisione” per le altre quattro navi del programma originale (sei arriveranno sicuramente), affrettandosi ad aggiungere che “magari non sono indispensabili” per la Difesa ma “puo essere indispensabile costruirle” per garantire l’occupazione nei cantieri navali italiani “per venderle ad altri Paesi”. La portaerei Cavour, come ha dimostrato la missione ad Haiti, è stata concepita con una vasta gamma di impieghi, rivolti anche alla protezione civile: il tutto, com’è ovvio, per acquisire benevolenza politica a livello di stanziamenti.
Il carburante, i ricambi e le munizioni non mancheranno certo ai mezzi e alle truppe in Afghanistan. Mancheranno sicuramente ai nuovi armamenti che i nostri politici spendaccioni hanno deciso di acquistare, incuranti della crisi economica e in controtendenza con il buonsenso dei loro colleghi. Uno fra tutti, David Cameron, che drasticamente – e coraggiosamente – ha tagliato le spese militari dell’otto percento nei prossimi quattro anni.
Lu

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