Di Monia Benini
“Le
società europee solitamente ritengono che le crisi umanitarie possono
avere luogo solo in seguito a disastri, epidemie, guerre o conflitti
civili. Sembra invece fuori discussione il fatto che una simile crisi
possa avvenire in una paese europeo, in particolare se questo è membro
dell’Unione Europea”.
Comincia così l’articolo pubblicato dal Guardian
che parla della situazione greca. Nel testo si fa chiaro riferimento a
una situazione insostenibile: Nikitas Kanakis, a capo della maggiore ONG
operante in Grecia Médecins du Monde, riferisce di una lettera formale
con richiesta di intervento all’ONU per il disastro umanitario. Gli
stessi greci ormai da diversi mesi denunciano condizioni di vita
peggiori addirittura al regime dei colonnelli o all’occupazione
straniera.
In un paese che spreme sino al midollo i propri
cittadini su indicazione dei ‘salvatori’ europei e internazionali, si
decidono misure fuori da ogni logica. Come testimonia Nikos Kleitsikas,
scrittore ateniese, il quale racconta che l’11 febbraio si è deciso che
“gli studenti di liceo e i giovani disoccupati che vivono con le loro
famiglie, devono comunque fare la dichiarazione dei redditi e se non
dimostrano di avere ricevute per almeno 3000 euro di spese, saranno
tassati come evasori. “
Assalti ai supermercati, persone affamate in
cerca di cibo, studenti che svengono nelle aule perchè denutriti,
famiglie che arrivano ad abbandonare i figli in istituti pur di
garantire loro un posto al riparo e un pasto.
Decine di migliaia di
persone senza casa, perché divorata dalle banche; un numero enorme
(centinaia e centinaia di migliaia) di licenziati; tagli a salari
stipendi e pensioni, con redditi insufficienti a garantire la
sopravvivenza e con una disoccupazione elevatissima (quella giovanile è
oltre il 57%). Milioni di persone in coda durante l’anno per accedere
alle cure sanitarie delle ONG (secondo stime ufficiali, il 60% della
popolazione nel 2012). Oltre l’11% della popolazione (più di 1 milione e
200 mila su 11 milioni circa di abitanti) vive nella miseria più
assoluta.
E’ la Grecia priva di democrazia, la Grecia dove possiamo
vedere il montiano ‘successo’ dell’euro. E ce la descrive molto bene
l’ex ambasciatore greco in Canada, Leonidas Chrysanthopoulos, in un’intervista pubblicata lo scorso 17 dicembre sul Millstone.
“Non esiste più democrazia in Grecia.” ammette Chrysanthopoulos, che
spiega poi il livello incredibile a cui si è arrivati: “Il governo greco
ha recentemente siglato un accordo con la compagnia che è succeduta
alla Blackwater (collegata a Cheney e già nota per le vicende della
guerra in Iraq), per assoldare mercenari per la protezione del
parlamento ellenico.”
Anche i media sono tenuti rigorosamente sotto controllo (il caso di Costas Vaxevanis
collegato alla lista Lagarde era già emblematico) e l’ex ambasciatore
spiega che : “sono state emesse delle linee guida su ciò che può essere
detto e tollerato e ciò che non lo è. I giornalisti che non vi si
adeguano sono molestati da agenti governativi o arrestati. Un
giornalista è stato licenziato in tronco dalla tv di stato per aver
mostrato il Primo Ministro fischiato in occasione delle celebrazioni del
28 ottobre.”
Questa è la Grecia salvata dalla troika. Banca
Centrale Europea, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale
hanno imposto al paese una serie di misure e provvedimenti che hanno
raso al suolo il paese e devastato la Grecia con una guerra senza armi
convenzionali, ma con vittime in carne e ossa.
Fonte: Teste Libere
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